Studi

Quando un autore è noto per la produzione di romanzi ambientati nel passato, vicino o remoto, è chiaro che tracce di documentazione storica, nelle sue opere, si dovranno per forza trovare.

E quando l’autore è Sir Walter Scott (1771-1832), ricordato addirittura come l’inventore del romanzo storico, nonché giurista per formazione e carriera, l’inserzione nelle trame di documenti d’archivio, veri o simulati, è del tutto naturale.

La Camera del Lavoro di Rimini da diverso tempo ha posto in essere politiche volte alla conservazione e valorizzazione del proprio patrimonio sia archivistico che biblioteconomico. In tale contesto si affrontano anche le problematiche di recupero del patrimonio fotografico e audiovisivo, nella consapevolezza di un necessario confronto con altre esperienze.

Pubblichiamo un interessante saggio che ricostruisce la storia dell'utilizzo metodologico delle fonti fotografiche nell'Archeologia, in particolare grazie all'opera pioneristica di Giacomo Boni, precursore delle teorie dello scavo stratigrafico.

Venerdì, 28 Giugno 2013

Conservare nella cloud?

Simone Vettore

In una recente intervista [1] Vinton Cerf, “padre” assieme a Bob Kahn del protocollo TCP/IP ed attualmente “Chief Internet Evangelist” presso Google, ha portato all’attenzione del grande pubblico una tematica sulla quale gli archivisti, assieme ai bibliotecari ed altre figure operanti nel campo dei beni culturali, ragionano oramai da anni: come conservare nel lungo periodo la nostra memoria digitale.

Si è svolta a Brescia, il 21 giugno 2013, una prima giornata di studi dedicata a un tema a dir poco "difficile" e "complesso", non solo in ambito storiografico: "L'eredità controversa del XX secolo".

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