Immagine di apertura: Ferrovieri dell'Officina Veicoli di Rimini in sciopero dal 20 al 29 giugno 1920 (foto tratta da " 100 anni della Camera del Lavoro di Rimini" a cura di Maria Teresa Zangara)
La Camera del Lavoro di Rimini da diverso tempo ha posto in essere politiche volte alla conservazione e valorizzazione del proprio patrimonio sia archivistico che biblioteconomico. Questa attività si può considerare già di per sé una conquista se valutata nel contesto economico in cui si trova il nostro Paese. Il contesto di crisi economica infatti incide pesantemente sulle risorse delle singole strutture che faticosamente riescono a destinare risorse a questo settore. Parliamo, infatti, di un ambito che ancora è soggetto alle sensibilità individuali e non rappresenta un interesse condiviso da molti. L’attenzione verso gli archivi contemporanei, in generale, è una sensibilità in costruzione che lentamente si sta facendo strada. A Rimini grazie all’attenzione del Segretario Generale, della responsabile dell’archivio, al sostegno economico dello SPI-CGIL Rimini si promuovono attività tese a salvaguardare il patrimonio documentario ed iconografico e alla sua valorizzazione e fruibilità. Stiamo procedendo alla realizzazione di progetti, per lo più con cadenza annuale, che nel 2012 ha visto il riversamento del fondo audiovisivo su DVD e che per il 2013 si è posta il più ambizioso progetto del riordino, inventariazione e digitalizzazione del fondo fotografico. Sicuramente si tratta di un progetto ambizioso perché il materiale fotografico, per le sue caratteristiche fisiche e le modalità di trattamento, richiede standard qualitativi alti. Alti i costi per la conservazione, alti i costi per la digitalizzazione, alti i costi per un adeguato sistema operativo per l’inventariazione prima e per la pubblicazione poi.
Una piccola struttura che fino a questo momento si è mossa secondo le proprie possibilità con poche risorse economiche disponibili che si scontrano con la necessità di un sistema che da subito presenti caratteristiche di eccellenza.
Proprio per questi motivi assumono un'importanza sempre più rilevante i momenti di incontro e confronto su queste tematiche a livello nazionale. Pensare di operare in collaborazione, con una condivisione sia di intenti che di mezzi come del resto sta già, in parte, avvenendo per quel che concerne il patrimonio librario con il gruppo "Biblioteche del lavoro", è dal nostro punto vista utile e forse indispensabile. Si dà in questo modo la possibilità alle strutture di non fare i conti solo con le proprie risorse e si crea un panorama positivo d'azione che non può che ripercuotersi positivamente su tutte le altre, in particolare sulle realtà più piccole. Quindi da un lato si pongono le condizioni per le strutture che partono ora di inserirsi in un contesto già avviato e dall'altro sono prevedibili ricadute positive per tutte.
L'obiettivo è di sviluppare una funzione di stimolo e intervento che non segua solo interessi e sollecitazioni contingenti, ma dia carattere di metodicità e correttezza scientifica al recupero del bene culturale rappresentato dalla fotografia e di promuovere studi e ricerche relative al patrimonio di immagini realizzate con il mezzo fotografico
La promozione verso l'esterno del proprio posseduto riscuote un sempre più ampio interesse che sollecita ulteriormente la convinzione di rendere fruibile sia ad un’utenza specializzata che ad un pubblico più vasto questi archivi.
Digitalizzazione audiovisivi
Nel 2012 si è portato avanti un progetto che ha visto il riversamento su DVD di circa 250 videocassette, sulle circa 400 del fondo audiovisivo, contenenti patrimonio locale: manifestazioni, scioperi, feste della Camera del Lavoro di Rimini, interviste, alcuni SPOT televisivi e la trasmissione televisiva Città e Lavoro. La scelta è stata appunto di privilegiare la produzione locale a discapito di produzioni nazionali come ad esempio per la serie di 90 cassette di LiberaEtà. Questo progetto è nato per rendere accessibili queste registrazioni che probabilmente con l'andare del tempo non sarebbero più state fruibili essendo i videoregistratori ormai una tecnologia superata. Il riversamento è avvenuto grazie a un DVD recorder che ha permesso il passaggio diretto da un supporto all'altro e la sua contestuale finalizzazione per poter vedere i video anche con altri lettori DVD. Di questi filmati è stata poi fatta una catalogazione su file di word con una organizzazione per serie archivistiche. Questa attività non ha avuto la pretesa di essere "definitiva". Mi spiego meglio: i DVD non sono supporti eterni, anche questi sono soggetti ad obsolescenza e la loro catalogazione nel nostro caso non ha seguito degli standard descrittivi consolidati. Le necessità contingenti hanno puntato allo loro salvaguardia in primis e per questo non si esclude la possibilità, in futuro, di una loro catalogazione su Koha, il sistema operativo utilizzato per il patrimonio librario.
Progetto digitalizzazione materiale fotografico
Nel 2013 è stato avviato un progetto promosso dallo SPI-CGIL Rimini volto alla conservazione e digitalizzazione del materiale fotografico della Camera del Lavoro. Si tratta di un fondo piuttosto cospicuo, complessivamente consta di circa 9.000 positivi e qualche centinaio di negativi, parte essenzialmente dal 1945, con pochissimi antecedenti. Nel corso del riordino sarà poi possibile quantificare con esattezza la consistenza dei fondi aggregati, quelli di alcune categorie presenti come la FIOM e lo SPI. Attualmente sono ancora nella fase preliminare del lavoro che vede la sua accurata schedatura. Ho creato, infatti, una tabella in exell in cui registro il titolo della foto, luogo, estremi cronologici, dimensioni, cromatismo, una segnatura provvisoria e ho inserito un campo per eventuali annotazioni.
Contemporaneamente sono iniziate le ricerche accessorie, in primis le ditte specializzate che forniscano supporti idonei alla conservazione; a questo punto posso dire che nel nostro territorio ce ne sono due piuttosto valide.
Una parte del fondo si trova attualmente ricondizionato in buste di carta (frutto di un primo intervento conservativo) ed in parte in album fotografici che stanno lentamente alterando le colorazioni e compromettendo le fotografie stesse. E già qui si presenta una prima problematica legata ai costi: parliamo di un numero considerevole di fotografie da ricondizionare a seconda del loro formato, su supporti di polipropilene e che possano garantire un facile e sicura consultabilità. Oggi esistono prodotti appositamente studiati per l’archiviazione delle fotografie che sono stati sottoposti cioè, dopo i controlli per la carta permanente, anche a test specifici per misurare la reattività dell’immagine fotografica ai materiali con i quali essa viene a contatto, che determinano la tendenza di un’immagine a scolorire o ad alterarsi: il cosiddetto P.A.T. (Photographic Activity Test - ANSI Standard IT9.16).
Un secondo aspetto della ricerca preliminare di questo lavoro è stato il reperimento di uno scanner che permettesse la digitalizzazione di queste fotografie soprattutto quelle di grande formato, tipo A3, presenti nel fondo. Fra questi è presente una mostra, fatta in occasione del centenario della Camera del Lavoro nel 2003 che consta di un centinaio di foto di grande formato.
La digitalizzazione sicuramente avverrà in un secondo momento, o comunque al termine della prima schedatura, ma alcune considerazioni sono già state fatte, come quelle sui formati dei file e la necessità ad esempio di scansionarle con una risoluzione altissima e di utilizzare poi un programma che crei un formato, a risoluzione più bassa, per la loro pubblicazione sul web.
Software per la catalogazione e per la pubblicazione
In commercio sono presenti diversi software dedicati ma che presentano costi di licenza ancora troppo elevati per le nostre risorse, senza contare che non si tratta di sistemi largamente utilizzati e condivisi tali da dare garanzia, nel tempo, di una non rapida obsolescenza. Il tema dell'obsolescenza dei supporti informatici è intrinseco a tutti gli aspetti dell'informatica ma va ad inficiare in modo particolare i lavori di riordino di fondi archivistici chiusi. La necessità che l'attività posta in essere su un fondo fotografico storico rimanga fruibile negli anni avvenire è infatti uno dei nodi centrali.
Strettamente connesse alla scelta del software, sono le problematiche legate alla catalogazione della fotografia. Attualmente, in Emilia-Romagna, chi si appresta a catalogare una fotografia difficilmente può prescindere dal Manuale di catalogazione sulla fotografia a cura di Giuseppina Benassati. Il suo manuale (dove viene esplicitamente segnalato il fatto che manca una normativa catalografica nazionale e e che configura come sicuro il potenziamento nel tempo del programma di catalogazione dei dati bibliografici in SBN) si struttura in tre parti: Descrizione, Scelta dell'intestazione, e Forma dell'Intestazione. Esso utilizza la griglia degli ISBD nell'accezione di materiali non librari e dal punto di vista contenutistico rielabora le normative delle RICA e della Guida alla catalogazione per autori delle stampe. Questo tipo di descrizione che rispetta i principi dettati dalla scheda ministeriale F , nata dalla collaborazione congiunta dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) e delle pubbliche Istituzioni.
La scheda prevede tre livelli di compilazione: inventariale, precatalografico e catalografico.
L’inventariale è finalizzato al censimento e alla conoscenza del patrimonio fotografico nella sua consistenza e localizzazione (descrizione del bene, localizzazione specifica, soggettazione, datazione, autore della fotografia, materia, tecnica, ecc.). E queste sono le caratteristiche che a Rimini abbiamo preso in considerazione, andare oltre al livello inventariale non sarebbe possibile e forse neanche necessario per la tipologia di fotografie del fondo fotografico. La scheda F viene informatizzata attraverso software conformi agli standard ICCD, che si differenziano soprattutto per l’interfaccia e per le diverse modalità di ricerca. Comune a tutti è il fatto che alla scheda viene associata la scansione della fotografia corrispondente, in modo da creare un collegamento tra il bene catalogato e la sua documentazione digitale.
Dal mio punto di vista bisognerebbe capire innanzi tutto chi sarà l'utente finale di questo prodotto. Mi spiego meglio. Se l'utente è un ricercatore esperto, la soluzione di utilizzare un software gestionale nato per la biblioteca mi sembra una buona soluzione, ma se ci poniamo nell'ottica di un'utenza non sempre specializzata, forse un impatto più diretto con le fotografie medesime è auspicabile. Dall'altro lato ci sono i software nati per l'archivio storico: xDams e Archimista.
Ho preso in esame sistemi che non prevedano costi di licenza proprietaria:
- XDams è una piattaforma gestita da regesta.exe per l'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emila-Romagna, che dallo scorso luglio è diventata open-source. Questa si avvale di un'infrastruttura informatica sviluppata interamente per il web e orientata alle tecnologie JAVA-XML: un sistema completo di content management per archivi e documenti multimediali, che gestisce sia le operazioni di back office (inserimento e modifica dei dati) che la pubblicazione on line dei contenuti.
- Archimista nella versione 1.2 presenta una scheda per il trattamento delle foto, è un prodotto piuttosto recente di back-office che permette anche il collegamento ad oggetti digitali
Legata al digitale è la tematica delle fotografie che nascono già in formato digitale. Queste ultime sono già qualche migliaio e attualmente vengono conservate in duplice copia, di diversa risoluzione, sul server della CGIL di Rimini.
In conclusione, allo stato attuale dei lavori posti in essere nella Camera del Lavoro di Rimini sarebbe utile un confronto sui software per individuarne uno che permetta sia la catalogazione che la pubblicazione su Web del patrimonio fotografico e audiovisivo e un confronto sulle prospettive degli archivi fotografici delle varie Camere del Lavoro.