La Cineteca Nazionale ha dato avvio a un progetto speciale di salvaguardia e valorizzazione della collezione delle pellicole nitrato, che rappresenta la sezione più antica e più fragile del suo patrimonio filmico. Come noto, quasi tutti i film prodotti prima del 1950, sono stati stampati su materiali il cui supporto era composto da nitrato di cellulosa. Questa sostanza, oltre a essere altamente infiammabile e quindi molto pericolosa, è particolarmente delicata e soggetta a un rapido deterioramento a causa della sua instabilità. Soltanto assicurando un elevato livello di conservazione è possibile rallentarne l’inevitabile processo di decadimento e ridurne, quindi, il rischio di distruzione.
Il progetto è stato strutturato, dopo aver individuato degli obiettivi prioritari, in più fasi. Nel 2012 la Cineteca Nazionale ha concluso la prima, durata un anno e mezzo, finalizzata a una ricognizione straordinaria dell’intero corpus delle pellicole cosiddette infiammabili al fine di avere un profilo completo del patrimonio e un quadro aggiornato sul suo stato di conservazione complessivo. Le ordinarie attività dell’Archivio Filmico, la conservazione, l’identificazione e la preservazione delle pellicole, sono state così portate avanti parallelamente a un piano più mirato di sistemazione e analisi dei nitrati. La Cineteca Nazionale, quindi, già dotata di depositi conformi agli standard internazionali (con specifiche caratteristiche sia strutturali sia ambientali quali il controllo dell’umidità e della temperatura), per rendere ancora più efficace la qualità di questi macroambienti in cui sono conservati i film nitrato, ha effettuato una serie di operazioni finalizzate a nuova sistemazione fisica di ciascuna pellicola infiammabile. E’ stato così dato avvio a un controllo sistematico e capillare della collezione, individuando i film che presentavano evidenti problemi e isolando quelli con gravi segni di decomposizione. Ogni pellicola è stata controllata e messa ulteriormente in sicurezza, sostituendo tutte le scatole di metallo con nuovi contenitori di plastica, microambienti con caratteristiche specifiche per questo tipo di materiali.
Così è stata realizzata una mappatura totale, sia dal punto di vista conservativo, sia patrimoniale, della collezione nitrato, che attualmente è composta da oltre 25.000 rulli, completando anche l’inventariazione di alcune porzioni del patrimonio che erano ancora da esplorare.
Data l’eccezionalità dell’operazione e l’ingente quantità di materiali interessati, sono state attuate procedure speciali e allestiti spazi supplementari idonei al tipo di lavoro da svolgere. In questa fase del progetto il controllo è stato fatto, in quasi tutti i casi, cercando di ridurre al minimo il maneggiamento in modo da non operare in maniera troppo invasiva, ma privilegiando un’analisi preliminare di ogni singolo rullo, volta ad assegnare allo status fisico un valore sulla base di una scala elaborata su quella della FIAF (Fédération Internationale des Archives du film). La collezione è risultata nel complesso in buono stato. Infatti, più del 90% delle pellicole si è rivelato in discrete condizioni ed è stato ricollocato nei cellari appositi, mentre si è riscontrato soltanto un 1% circa di materiali filmici irrimediabilmente compromessi. Si è proceduto, quindi, allo scarto di quelle pellicole completamente decomposte, individuando e isolando (per recuperare e/o eventualmente dismettere) invece quelle da avviare a un programma di preservazione. Circa 500 rulli, il 2% dell’intera collezione, infatti, hanno presentato importanti problemi di conservazione e di conseguenza sono risultati bisognosi di un urgente intervento di tutela. A tal fine sono stati presi accordi con laboratori specializzati per attuare delle azioni mirate di recupero e così restituire visibilità a molti documenti filmici.
Raggiunta a oggi, quindi, una prima serie di obiettivi importanti, nella fase successiva del progetto saranno sviluppati alcuni aspetti già trattati e allo stesso tempo sarà dato avvio a un approfondimento del lavoro di analisi delle pellicole infiammabili su due fronti: quello conservativo e quello catalografico. Verranno riesaminati tutti i film, circa il 22% dei nitrati, che, seppure in discrete condizioni, sono risultati maggiormente fragili e pertanto da tenere sotto controllo. Contemporaneamente sarà effettuata un’indagine più approfondita su quei materiali che pongono ancora dei quesiti per quanto riguarda la loro identificazione.
Nell'immagine una scatola per pellicola