Domenica, 28 Aprile 2013

Il Fondo USIS. Da “Un tesoro ritrovato” e recuperato nei primi anni novanta a un nuovo progetto di valorizzazione

Mattia Pellecchia
Sezione Studi

Il fondo United States Information Service (USIS) di Trieste, venne “scoperto” nella seconda metà degli anni ottanta del Novecento dall'allora direttore dell'Archivio di Stato di Trieste, Ugo Cova, che inviò l'intero fondo, costituito da pellicole cinematografiche, all'Archivio Centrale dello Stato, per un loro trattamento1. Il fondo, che inizialmente era costituito da pellicole prodotte dall'USIS di Trieste, venne incrementato nel corso degli anni sessanta con altri film provenienti da altri soggetti produttori (quali la Incom, per esempio), quando iniziò ad essere gestito dal Commissariato del Governo di Trieste. I film furono per la maggior parte realizzati tra il 1948 e il 1953, nell'ambito della propaganda a sostegno dell'European Recovery Program (ERP), ovvero del Piano Marshall. Esso è composto da pellicole – documentari, cinegiornali, film di fiction e di animazione – prodotte in parte negli Stati Uniti, in parte in Italia, e data, nel suo complesso dal 1941 e al 19662. L'esame dei contenuti rivela una grande ricchezza e varietà di temi: i film descrivono attività industriali, agricole e dell'artigianato, sono ricorrenti i temi della ricostruzione in Italia, vista sia dalla prospettiva americana che da quella italiana, dell'organizzazione sociale e politica degli Stati Uniti, delle condizioni di vita dei paesi dell'est europeo; altri film riguardano lo sport e la divulgazione di varie discipline scientifiche e di tecnologie di avanguardia; altri ancora presentano dettagliate descrizioni didattiche di mestieri e di operazioni tecniche.

Il primo trattamento per il recupero del fondo USIS fu quindi affidato agli inizi degli anni novanta del Novecento dall'Archivio Centrale dello Stato (ACS) all'Archivio audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), istituto che poteva vantare una sicura esperienza in materia di trattamento di beni audiovisivi. Fu così dato l'incarico all'AAMOD di esaminare i materiali (supporti), valutarne lo stato di conservazione e procedere alla schedatura di tutti i film.

Ansano Giannarelli, allora Presidente della Fondazione AAMOD, che curò il progetto di riordino del fondo USIS, nel documentario Un tesoro ritrovato afferma che:

“Il lavoro che l'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ha svolto sul Fondo cinematografico dell'Archivio Centrale dello Stato è un esempio di una positiva collaborazione fra due istituzioni, diverse per tanti motivi, che hanno trovato un terreno di convergenza proprio nella considerazione che anche i documenti audiovisivi sono documenti storici importanti. […] Il fatto che ad un certo punto una istituzione così importante come l'Archivio Centrale dello Stato si trovasse fra tanta carta, i documenti cartacei che abbondano, una certa quantità di strane scatole con dentro della pellicola, ha fatto venire la voglia di sapere che cosa ci fosse dentro queste scatole e cosa ci fosse dentro la pellicola, quindi di fare un lavoro accurato e scientificamente rigoroso di inventariazione, di catalogazione e di usare una procedura molto moderna come quella della catalogazione automatizzata o informatizzata […]”3.

I film USIS, giunti all'AAMOD, furono sottoposti ad una preliminare analisi, passati al tavolo passa film, sottoposti a pulizia con panno antistatico e liquido, ripristinate le giunte deteriorate, poi avvolti sui nuclei per la proiezione in moviola. Racconta Mauro Zaccaria, all'epoca collaboratore dell'AAMOD e coordinatore del recupero dei supporti del fondo, su progetto e con la supervisione di Ansano Giannarelli:

“Abbiamo lavorato su un totale di quasi 700 oggetti, per oggetti intendo scatole o contenitori. Alcuni film si trovavano in doppia o tripla copia, quindi diciamo che il totale sui titoli su cui abbiamo lavorato è di circa 520 unità”4.

Dopo aver visionato tutti i film, nel dicembre 1991, l'AAMOD, completata la schedatura di tutte le pellicole, consegnò all'ACS le bobine e i materiali elaborati5La schedatura ha puntualmente rilevato i dati inerenti le pellicole (data, regia, montaggio, fotografia, musica, produttore e ente committente, durata, bianco/nero o colore, sonoro, lingua), un abstract del contenuto e l'indicazione di voci per indici o chiavi di ricerca (nomi geografici, di persone, di enti e “cose notevoli”). L'AAMOD ha provveduto a stampare le schede dei film, con tutti i dati rilevati, realizzando due fascicoli6, offrendo così con questo elenco dettagliato una prima possibilità di consultazione del fondo e dei suoi contenuti, fin dal 1992. Trattandosi di pellicole con un forte legame originario, ovvero costituite in base a un progetto specifico da parte di un ente, la prima operazione importante fu quella di “scomporre” il fondo e ricostruire la stratigrafia dei diversi nuclei, sulla base del soggetto produttore, quindi della realizzazione e della datazione.

Nelle 674 bobine trovate a Trieste, alcune delle quali relative a vari esemplari dello stesso film, furono identificati 506 titoli di film, di cui:

  • 20 riguardanti specificamente Trieste, prodotti in parte dall'Ufficio spettacolo, Servizi stampa e informazioni del Commissariato generale del governo e del territorio di Trieste;

  • 7 documentari del ciclo Panorami d'America. Serie di quadri, prodotti dalla Sezione estero (i Servizi d'Oltremare) dell'OWI oppure dall'USIS, tutti relativi alla società americana7;

  • 20 film di carattere strettamente didattico, prodotti dallo US Office of Education – Training film;

  • 60 prodotti nell'ambito del Piano Marshall8;

  • 8 film di contenuto anticomunista9;

  • 5 film didattici10;

  • 6 film della serie Problemi e progressi della nuova Europa / Changing Face of Europe11;

  • 64 documentari prodotti per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

  • 11 documentari prodotti dalla RAI, di cui 11 della serie Le inchieste del Telegiornale12;

  • 2 numeri de La Settimana INCOM13;

  • 32 documentari dell'Istituto LUCE14;

  • 33 numeri della serie di cinegiornali Oggi e domani. Panorama di vita e lavoro della nuove Europa;

  • 9 numeri della serie di cinegiornali Rassegna mensile d'Europa;

  • una parte della produzione statunitense, esattamente 33 pellicole, costituita da cinegiornali di tre diverse serie: il Cinegiornale USA, Pagine americane, La rivista cinematografica.

L'intero progetto di trattamento del fondo fu messo a punto da Ansano Giannarelli, mentre a Paolo Di Nicola, collaboratore dell'AAMOD, fu affidata l'analisi dello stato di conservazione dei supporti. La schedatura dei film fu effettuata da Elisabetta Segna (1-253) e da Mauro Zaccaria (254-506), mentre la revisione delle schede e la cura degli indici furono condotte da Giulia Barrera (schede 1-253) e da Giovanna Tosatti (schede 254-506). Nel 1992, la schedatura informatizzata del Fondo USIS è stata realizzata in maniera sperimentale, poiché, anche se il modello di partenza era il software CDS/ISIS15, all'epoca già conosciuto ed utilizzato da molte biblioteche e raccomandato dall'UNESCO, la schedatura dei documenti audiovisivi era un problema aperto. Dunque, non esisteva ancora uno standard internazionale per la catalogazione degli audiovisivi e si stava cercando una soluzione come sottolinea Elisabetta Segna:

“La versione Vision del software CDS/ISIS per la catalogazione degli audiovisivi è stata messa appunto all'interno di un gruppo a cui partecipano i più grandi archivi e le più importanti cineteche d'Italia. L'Archivio audiovisivo ha partecipato alla messa appunto di questa versione e ne ha adottato quindi questo applicativo. Per quanto riguarda la catalogazione del Fondo dell'Archivio Centrale dello Stato, sono state fatte delle modifiche a quella versione [...]”16

Purtroppo la “promettente” versione Vision del software CDS/ISIS rimase una semplice sperimentazione: la catalogazione impostata con la procedura molto moderna come quella della catalogazione informatizzata andò tutta persa. Di tutto il lavoro documentalistico17 svolto sul Fondo USIS, ne rimase solo un catalogo cartaceo, pubblicato nel 200218.

Il problema della catalogazione dei giacimenti documentari audiovisivi custoditi presso archivi che detengono anche altre tipologie documentarie, rimane tuttora un problema aperto:

“Ogni archivio ha la necessita di gestire al meglio il proprio patrimonio documentario e di renderlo accessibile alla ricerca e alla consultazione. Fondi iconografici, scritture contabili, disegni, progetti, documenti filmici e sonori: la ricchezza, la pluralità di materiali documentari custoditi negli archivi pubblici o privati possono essere tutelate e valorizzate con scelte tecnologiche innovative, ideate per coniugare specificità e universalità nell'accesso, analiticità descrittiva e capacità di scambio e condivisione. […]19”.

Tra il 2002 e il 2004, una delle risposte a questo problema fu data dalla piattaforma xDams, ovvero una piattaforma di gestione documentale Open Source, sviluppata interamente sul web, ideata e realizzata per il trattamento, la gestione e la fruizione integrata di archivi storici multimediali. La piattaforma nacque all'interno del progetto europeo “Digital Archives and Memory Storage” (DAMS), finalizzato alla creazione di servizi e strumenti specializzati on-line per la gestione di archivi decentrati e costituiti da tipologie documentarie differenti20. Con il software di archiviazione xDams si puntò alla realizzazione di una piattaforma collaudata21, versatile22, avanzata23, universale24, scientifica25, web-based26 e open source27.. L'AAMOD ha adottato tale piattaforma per la descrizione dei propri patrimoni, audiovisivi, cartacei, iconografici, fotografici, dai primi anni Duemila, grazie a una convenzione stipulata con l'allora Istituto Luce, che consente tuttora l'uso “gratuito”, come archivio partner dell'archivo fotocinematografico del Luce, della piattaforma xDams.

E' in corso di stipula un accordo tra l'ACS e l'AAMOD, che prevederà oltre la collaborazione in diverse iniziative, anche il deposito di tutti i materiali in pellicola del patrimonio cinematografico dell'AAMOD all'ACS. Nell'ambito della collaborazione, già in atto tra i due Istituti, è stato avviato un nuovo lavoro di revisione generale dello stato dell'arte sul Fondo USIS, che comprende anche la schedatura informatizzata del Fondo su xDams Open Source. Si tratto di un progetto più ampio che prevede la valorizzazione on line, accessibile su canale Youtube dedicato, dell'intero Fondo, dopo la revisione della sua catalogazione, da cartacea a informatizzata, e la digitalizzazione dei film per la loro fruizione sul web. Tale lavoro è già stato avviato.

La scheda di catalogazione del materiale audiovisivo, adottata per la descrizione dei materiali del Fondo USIS, ha consentito la descrizione per aree diverse. Si è partiti da una descrizione relativa ai dati di tipo anagrafico, come il titolo proprio, il complemento del titolo, il titolo assegnato (a volte è necessario compilare questo campo nel caso di materiali non finiti o non montati), la casa di produzione, l'anno di produzione. Per quanto riguarda l'area delle responsabilità, si ci riferisce ai dati relativi alla produzione e alla realizzazione e anche agli autori che, nel caso dei materiali audiovisivi sono molteplici a partire dalla regia fino a tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione del prodotto.

Un'altra area molto importante della descrizione del materiale audiovisivo riguarda i dati tecnici e di magazzino, relativa quindi alla descrizione fisica dei supporti: oltre alla descrizione effettiva di questi, questa sezione comprende delle note di tipo qualitativo, sulle condizioni del supporto, per esempio se idoneo per la riproduzione, l'eventuale tipo di intervento conservativo o di restauro.

Per quanto riguarda, invece, l'area dedicata alla descrizione del contenuto, è prevista la descrizione tramite un abstract del testo narrativo (con una sintesi tra il “racconto” delle immagini e il sonoro) del documento, mentre un'altra sezione del tracciato catalografico riguarda tutta una serie di elementi e di oggetti, rilevati tramite authority file e un thesaurus specifico di parole chiave che connotano persone, enti, toponimi, temi. La specificità della descrizione di un documento audiovisivo quali quelli del Fondo USIS consiste nella descrizione analitica, time-codata, delle sequenze.

Con questa metodologia, descritta in modo molto sintetico, grazie all'uso della piattaforma xDams è stato possibile descrivere all'AAMOD complessi archivistici di tipologie documentarie differenti, interrogabili, grazie all'interoperabilità, da un unico motore di ricerca che lavora contemporaneamente su più basi di dati. Tale metodologia è stata sviluppata tenendo conto dei modelli dati elaborati sulla base di standard di descrizione archivistica nazionali ed internazionali, a cominciare dalle ISAD (G), e dalle regole di catalogazione del film della Fiaf, attualmente in fase di revisione. All'elemento base, il record di descrizione, inserito in una struttura gerarchica per salvaguardarne il contesto archivistico, possono essere associati allegati multimediali e valori descrittivi comuni ad altri archivi, authority file, per consentirne una descrizione più accurata ed organica, e soprattutto l'accesso al documento. La piattaforma permette di accreditare operatori con privilegi diversi di gestione, pubblicazione e organizzazione degli archivi. L'interfaccia web permette l'inserimento della risorsa, che viene codificata in linguaggio Xml tramite lo schema Ead. I dati inseriti vengono salvati su autonomi repository separati dall'applicativo. Questo consente un immediato import-export delle basi dati ed una totale interoperabilità con piattaforme e sistemi differenti. La consultazione dei dati può avvenire tramite le interfacce di ricerca, libera e strutturata, o di navigazione dell'albero gerarchico. La navigazione dell'albero gerarchico permette la visualizzazione rapida delle risorse sotto forma di scheda breve che riassume le informazioni più importanti. Le informazioni complete relative al record interrogato sono visualizzabili nella scheda estesa.

Oltre alla fruizione, tramite l'interfaccia dell'applicativo in modalità intranet, i dati possono essere pubblicati su siti e proposti con canali tematici di fruizione grazie alla possibilità di associare interfacce di comunicazione tra la base dati e il front end web.

Grazie alla realizzazione delle schede su xDams Open Source di tutti i film del Fondo USIS, sarà possibile rendere nuovamente fruibili tutte le informazioni relative al fondo. Tale catalogazione sarà in seguito resa disponibile direttamente sul sito dell'ACS. Inoltre, le schede potranno essere ulteriormente implementate con nuove informazioni ricavate da successive e complementari analisi del materiale. Alla catalogazione si aggiunge la possibilità di visionare on line tutti i film.

1 “Il recupero di questo importante fondo si deve alla sensibilità archivistica di Ugo Cova, direttore dell'Archivio di Stato di Trieste, che, nel corso dei lavori della Commissione di sorveglianza sull'archivio del Commissariato del governo nella Regione Friuli Venezia Giulia, ha soffermato la propria attenzione non solo sulle serie documentarie e fotografiche, ma anche su un cospicuo numero di bobine cinematografiche, condizionate in contenitori metallici, ma conservate alla rinfusa e in parte sul pavimento, risalenti – secondo il rappresentante del Commissario di governo – al Governo militare alleato. Non disponendo all'epoca dei mezzi per garantire una adeguata conservazione e possibilità di fruizione del fonto, Cova informò il direttore generale, Renato Grispo, che autorizzò il versamento delle bobine all'Archivio di Stato di Trieste per poi trasferirle all'Archivio centrale dello Stato, cosa che avvenne il 12 febbraio 1987.” P. CARUCCI, Prefazione, in United States Information Service di Trieste. Catalogo del fondo cinematografico (1941-1966), a cura di G: BARRERA e G. TOSATTI, Ministero per i beni e le attività culturali. Direzione Generale per gli Archivi, Roma, 2002-2007, p. IX.

2 Una prima segnalazione, quando ancora non ne erano noti del tutto i contenuti, è in A. GIANNARELLI, Selezionare – conservare – costruire – trasmettere la memoria: gli archivi, in <Rassegna degli archivi di Stato>, LIII (1993), 2-3, pp. 326-332 e in G. TOSATTI, Il Fondo cinematografico USIS nell'Archivio centrale dello Stato, ibid., pp. 323-325; cfr. anche D.W. ELLWOOD, The USIS-Trieste Collection at the Archivio Centrale dello Stato, Roma, in <Historical Journal of Film, Radio and Television>, XIX (1999), pp. 399-404.

3 Documentario Un tesoro ritrovato, regia di P. DI NICOLA, Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, 1992. E' possibile visionare il documentario sul canale Youtube della Fondazione AAMOD.

4Ibidem.

5 Questi i dati risultanti dal lavoro dell' AAMOD sul Fondo USIS, iniziato nel novembre 1991 e terminato nell'aprile 1992, con 6 mesi impiegati per il suo riordino e recupero: 716 scatole contenenti pellicole, 512 titoli di film inventariati, 403 film in copia unica, 109 film in più copie, 716 schede redatte.

6 ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO, Catalogo del fondo cinematografico dell'Archivio centrale dello Stato, a cura di A. GIANNARELLI, E. SEGNA, M. ZACCARIA, voll. 2, Roma 1992 (dattiloscritto).

7 Si tratta de Il villaggio, La città dell'acciaio, Per un domani migliore, La libertà di imparare, Il nord ovest degli Stati Uniti, La biblioteca del Congresso, Dietro i colonnati di Washington. Un riferimento a questi documentari è in R.D. MacCANN, The People's Films. A Political History of U.S. Government Motion Pictures, New York, Hastings House Publishers, 1955, pp. 137-147. Questa serie era costituita da almeno 12 documentari.

8 Molti documentari sono conservati presso i National Archives statunitensi; ne esistono tre cataloghi, editi tra il 1951 e il 1954; l'ultimo è intitolato Catalogue of Information Films Produced in Europe for the Marshall Plan 1948-1953, by the Film Section, Information Division [of the] Special Representation [sic] in Europe.

9 Tutti prodotti negli anni 1956-1960: Una nazione in tormento, Ungheria eroica, Profughi, La rivolta di una generazione, sulla lotta del popolo ungherese per liberarsi dal regime comunista e sull'occupazione delle forze militari sovietiche per reprimere la rivolta; Finalmente liberi, del 1956-57, che ha come protagonisti due ballerini ungheresi; La frontiera, incentrato sulla contrapposizione tra la vita in Cecoslovacchia e quella nella Germania occidentale; Verso la libertà, che racconta la fuga di uno studente dalla Cecoslovacchia fino agli Stati Uniti; infine un film a disegni animati, Uomini e polli, contro il totalitarismo del blocco orientale.

10 Si tratta de L'affilatura delle frese, Conservazione della terra e dell'acqua / Soil and Water Conservation, La diarrea bianca del pollame, La mungitrice meccanica / No hand stripping, I nastri portanti.

11 Si tratta di Carbone bianco / Power for All, Case per tutti / Somewhere to Live, Nostro pane quotidiano / Three Hundred Million Mouth, Uomini e macchine / Men and Machines, Via libera / Clearing the Lines, Vivere sani / The Good Life.

12 Nel 1956 fu costituita nell'ambito della RAI la redazione DIDR (Documentari, inchieste, dibattiti, rubriche) e, in quello stesso anno, si recarono all'estero le prime troupe di giornalisti; nel 1958 furono realizzati in Italia e all'estero un centinaio di documentari, che non avevano carattere di reportage di viaggio, ma illustravano i fatti o problemi; cfr. RAI, RADIOTELEVISIONE ITALIANA, Dieci anni di televisione in Italia, Roma, ERI, 1964.

13 Su questo cfr. M.A. FRABOTTA, L'Italia e il mondo nella dimensione degli anni Cinquanta: i cinegiornali Incom, in L'Italia e la politica di potenza in Europa (1950-60), a cura di E. DI NOLFO, R.H. RAINERO, B. VIGEZZI, Settimo Milanese, Marzorati, 1992, pp. 371-389; La Settimana Incom. Cinegiornali e informazione negli anni Cinquanta, a cura di A. SAINATI, Torino, Lindau, 2001.

14 Il Luce, acronimo che inizialmente indicava L'Unione cinematografica educativa, fu fondato nel mese di settembre del 1924, e l'anno successivo venne trasformato in ente morale, assumendo la denominazione di Istituto nazionale Luce; dal 1927, all'attività documentaristica si affiancò la produzione dei cinegiornali, che arrivò fino a cinque edizioni settimanali; il sonoro fu introdotto nel 1931. Dopo la seconda guerra mondiale, l'Istituto Luce riprese la sua attività nel 1949; cfr. in proposito ISTITUTO LUCE, Ipotesi per un catalogo, Roma, Istituto Luce, 1990; E.G. LAURA, Le stagioni dell'aquila: storia dell'Istituto Luce, Roma, Ente dello spettacolo, 2000; sui cinegiornali dell'Istituto Luce cfr. M. ARGENTIERI, L'occhio del regime: informazione e propaganda nel cinema del regime, Firenze, Vallecchi, 1979.

15 Il nome CDS/ISIS è un acronimo che sta per Computerised Documentation Service / Integrated Set of Information Systems. CDS/ISIS è un software per sistemi di conservazione e recupero dell'informazione, sviluppato, mantenuto e distribuito gratuitamente dall'UNESCO tra gli anni ottanta e novanta del Novecento.

16 Documentario Un tesoro ritrovato, op. cit.

17 Il “documentalista” è una nuova figura professionale sulla quale il Repertorio delle professioni ISFOL del 1987 si esprime così: “Il documentalista può essere definito come lo specialista del trattamento e del trasferimento dell'informazione, ovvero l'intermediario tra le fonti d'informazione e gli utilizzatori di queste fonti. Le conoscenze di base che il documentalista deve necessariamente possedere comprendono discipline di indole linguistica, culturologica in senso lato, archivistica e informatica, indispensabili per operare nei seguenti settori d'intervento: trasformazione e/o riduzione del documento a unità informative; creazione dei linguaggi documentari; archiviazione, ritrovamento e circolazione delle informazioni”.

18 United States Information Service di Trieste. Catalogo del fondo audiovisivo (1941-1966), op. cit.

19 Http://www.regesta.com/cosa-e-xdams/

20 DAMS, promosso da regesta.exe, Sol Tec, ha ottenuto i finanziamenti ed il sostegno del programma comunitario Ten-Telecom (Trans European Netwoks for Telecommunications). Xdams, sviluppata in modalità ASP (Application Service Provider) utilizza il canale web per l'accesso e interazione con i dati. È una piattaforma aperta, costruita su un'architettura totalmente multipiattaforma che adotta lo standard pubblico XML per la conservazione de dati a lungo termine. La tecnologia XML garantisce interoperabilità e condivisione delle risorse: le basi dati realizzate con la piattaforma sono indipendenti da specifiche soluzioni applicative e consentono la piena e immediata disponibilità dei dati per l'esportazione, o l'importazione in xDams di database realizzati con altri sistemi informativi. Xdams adotta lo standard EAD per la descrizione archivistica e la codifica delle risorse archivistiche, Dublin Core Metadata (DC) per le risorse elettroniche, MODS per le risorse bibliografiche e ha sviluppato standard specifici per il trattamento dei diversi archivi.

21 Collaudata, con anni di uso e perfezionamento.

22 Versatile, configurabile per una grande varietà di dati e archivi, che comunicano tra loro in modo integrato.

23 Avanzata, in grado di rispettare la ricchezza e la pluralità dei materiali documentari.

24 Universale, crea basi dati indipendenti dagli applicativi e conformi agli standard.

25 Scientifica, adotta standard nazionali e internazionali e modelli dati avallati da partner di alto profilo scientifico.

26 Web-based, la possibilità di accesso e interazione con i dati dal web è una sua caratteristica fondante.

27 Open source, aperta al continuo miglioramento di caratteristiche e funzionalità.

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