Lunedì, 23 Novembre 2015

La decima musa del Parnaso: Maria de Cardona

Amalia Della Sala
Sezione Scaffale
L’associazione culturale Agape ha organizzato ad Avellino il 27 novembre  2015  alle ore 17.00 presso l’Archivio di Stato la presentazione del libro LA DECIMA MUSA DEL PARNASO “MARIA DE CARDONA” di EMILIO SARLI .
 
Dopo l’introduzione di Michela Sessa, direttore dell’ Archivio, e di Alessandra Aufiero dell’Associazione Agape, la presentazione sarà curata da Marisa Bellucci, funzionario archivista, autrice del libro “Maria de Cardona, contessa di Avellino”.
 
Interverrà l’autore.
 
“Maria de Cardona, marchesa di Padula, contessa di Avellino e signora di altri feudi, fu mecenate, letterata, rimatrice, cantatrice … Ma chi fu davvero questa signora d’ispanica stirpe imparentata con le grandi famiglie italiche dei Gonzaga, degli Estense, dei Sanseverino, questa fulgida dama che fece palpitare i cuori di tanti poeti che l’agguagliarono alla Selvaggia di Cino da Pistoia, alla Beatrice di Dante e alla Laura di Petrarca, che allietò e impreziosì, come una pietra preziosa nel suo castone, la parte meridiana di quel regno sul quale il sole mai tramontava … questa signora del cui matrimonio con Francesco d’Este volle occuparsi personalmente persino Carlo V?”
A tale domanda, tratta dalla quarta di copertina del libro “La decima musa del Parnaso: Maria de Cardona" (Editrice Youcanprint, 2012) ha voluto trovare una risposta l’autore Emilio Sarli, ricostruendo la biografia di questa nobildonna (1509-1563) attraverso la ricerca scrupolosa e l’analisi puntuale di poemi, panegirici, sonetti, epistole ed altro materiale archivistico, anche inedito. Dal saggio, composto da tre corpose sezioni (Guerre, feudi, corti: vite da Rinascimento; Il governo dei feudi; I cantori di Maria), sortisce il profilo elegante di una donna bella e colta (“occhi lucenti, neri, alquanto lunghetti, vivaci, e pieni di somma letitia”; “voce chiara soave angelica divina”; “dottissima nelle lettere latine e toscane”), letterata, poetessa, cantante, mecenate, governante saggia ed apprezzata, lodata dai maggiori poeti del tempo, quali Gesualdo, Minturno, Tansillo, Bernardo Tasso, Garcilaso de la Vega, Giano Anisio, Ortensio Lando.
L’autore ha opportunamente e sagacemente inserito il profilo biografico della fulgida dama, discendente da un casato di origine catalana trapiantato nel Regno di Napoli, nel contesto storico, politico e culturale del primo cinquantennio del XVI secolo, caratterizzato dalle note sanguinose battaglie tra Francesi e Spagnoli per contendersi i suoli italici, dalla disgregazione sociale di un paese disunito, dal tentativo di ricostruirne almeno una identità culturale attraverso l’arte, la prosa e la poesia, grazie al genio di Leonardo, Ariosto, Tiziano, Bembo, Baldassare Castiglione.
Nel tempo del petrarchismo, del perfetto cortigiano e della donna di palazzo, Maria de Cardona seppe interpretare le virtù femminili (grazia ed erudizione) finalmente rivalutate, incantando con il suo stile, i suoi versi e la sua voce le varie corti di Napoli, Ischia, Avellino e Ferrara che ebbe modo di frequentare. Di particolare pregio ed interesse, tra l’altro, sono la lettera di Carlo V a Maria de Cardona sulla bontà del matrimonio con Francesco D’Este (sottoscritta con un confidenziale Yo el Rey) e le numerose missive inviate dalla Marchesa di Padula al cognato duca di Ferrara Ercole II.
 
Emilio Sarli (Padula, www.emiliosarli.it), avvocato, componente del Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano Pietro Laveglia, è autore di diverse pubblicazioni di carattere storico e narrativo.
 
 
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