Paolo Franzese, Manuale di archivistica italiana, Morlacchii Editore, 2014, 243 p., euro 16,50.
In calce si segnala il link a un estratto del volume (Indice, Presentazioni e Introduzione).
L’archivistica è rimasta una materia piuttosto acerba, sempre in attesa di raggiungere la maturità che caratterizza in genere le scienze umane. Oggi, dinanzi a una società in piena crisi d’identità, che non riesce a mettere a frutto le sue risorse culturali e a risolvere antichi e nuovi problemi di efficienza, essa ha l’occasione di superare il tradizionale ruolo subalterno di disciplina ausiliaria della storia o di semplice complesso di buoni consigli per l’ordinata tenuta degli archivi, per il buon uso del registro di protocollo o per la ricerca dei documenti.
A questo scopo, occorre sviluppare la consapevolezza che l’archivistica moderna può finalmente costituire invece un sapere autonomo, dotato di un proprio oggetto, di un solido e rigoroso paradigma teorico, di uno specifico armamentario metodologico e tecnico e di un cospicuo corredo di buone pratiche. È la prospettiva di quel salto di qualità che può permettere agli archivisti di svolgere un riconoscibile ruolo di garanti sia della funzionalità degli archivi all’efficienza delle organizzazioni (istituzioni, aziende, imprese), sia della corretta conservazione e della valorizzazione delle fonti documentarie per la memoria e per la storia.
Questo manuale allora, senza nascondere limiti e ritardi di elaborazione teorica da parte del mondo degli archivi e difficoltà legate al mancato rispetto di questa funzione sociale degli archivisti, si propone di fornire agli studenti gli elementi iniziali ed essenziali per la conoscenza dei fondamenti dell’archivistica e per l’elaborazione e per l’utilizzo degli strumenti con cui opera. Allo stesso tempo intende focalizzare il potenziale di sviluppo di questa disciplina, che si sta caratterizzando in questi anni anche per la sua espansività in direzione di altri ambiti, con alcuni dei quali si stanno costituendo fruttuosi rapporti di complementarità e di reciproca cooperazione.
Il volume intende inoltre mettere a fuoco e consolidare le basi comuni delle due figure professionali che operano nel campo degli archivi - l’archivista “storico” e l’archivista addetto alla gestione documentale -, la cui tendenza alla divaricazione rischia invece di far dimenticare o di far passare in secondo piano il patrimonio di competenze che esse non possono che condividere.