In qualità di Presidente dell'Associazione Nazionale Archivistica Italiana, anche a nome del Consiglio Direttivo, esprimo parere negativo sulla proposta dell'Anorc di nuove norme tecniche per professionisti ICT. L'ANAI, come noto, rappresenta da oltre sessant'anni i professionisti che si occupano di conservazione e gestione dei documenti (formati e conservati su qualunque supporto e in qualunque ambito, pubblico e privato).
Le ragioni sono insite nel fatto che la professione archivistica ha una consolidata tradizione nazionale e internazionale; essa si basa in Italia su leggi e regolamenti nazionali, che definiscono gli archivi (inclusi quelli correnti) beni culturali, affidandone di conseguenza la formazione, gestione e salvaguardia - come per tutte le altre categorie di beni culturali - a profili tecnico-scientifici opportunamente definiti e adeguatamente formati nell’ambito di percorsi specialistici di livello universitario, per i quali si prevede una laurea magistrale dedicata (LM5 Archivistica e biblioteconomia) e/o corsi di specializzazione almeno biennali.
E’ su tale base che è stata recentemente predisposta con il diretto impegno dell’ANAI, in collaborazione con la Commissione UNI Documentazione e informazione, la norma UNI 11536 sulla professione dell’archivista volta a identificare con una coerenza esemplare (che sembra invece mancare nella proposta ANORC) i compiti e le competenze degli archivisti chiamati a svolgere tra l’altro le attività specifiche di gestione informatica dei documenti cui la proposta presentata in sede UNINFO fa impropriamente riferimento. La proposta ANORC presenta peraltro non poche imprecisioni, non chiarisce le ragioni operative e funzionali del profilo evidenziato, né sembra consapevole della molteplicità e specificità delle attività che caratterizzano la professione del record manager (in qualunque contesto operi) e sono definite in numerosi standard elaborati peraltro proprio dagli organismi ISO cui si interfaccia per mandato la Commissione UNI Informazione e comunicazione.