L'introduzione nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio dell’art. 9 bis (operata dalla pdl Madia-Ghizzoni-Orfini, approvata in via definitiva dalla Camera la scorsa settimana), inserisce una norma da tempo attesa e di grande importanza per i professionisti del patrimonio culturale. La norma stabilisce infatti che gli interventi sui beni culturali debbano essere direttamente condotti o quantomeno affidati alla responsabilità di professionisti in possesso di adeguate formazione ed esperienza professionale.
Si tratta non solo di una grande vittoria dei professionisti dei beni culturali per la salvaguardia del nostro patrimonio storico ma anche dell’affermazione del rispetto del loro lavoro, il riconoscimento della dedizione e della passione con cui lo interpretano.
In un Paese in cui sempre più ci si rende conto di quanto i beni culturali siano la vera ricchezza da salvare, mantenere, valorizzare, incrementare, finalmente archeologi, archivisti, bibliotecari, storici dell'arte, demoetnoantropologi, antropologi fisici, restauratori, esperti di diagnostica e di scienze e tecnologia applicate ai beni culturali e quanti altri operino da professionisti in tale ambito, compresi i professionisti che lavorano nei e per i musei, potranno vedere riconosciuti il loro curricula di studi, le loro attività di ricerca, le loro esperienze e competenze. A tal fine l'art. 2 della pdl Madia prevede poi la creazione presso il MiBACT di elenchi di professionisti idonei, che saranno tenuti “in collaborazione” – principio per noi della massima rilevanza - con le Associazioni professionali per ciascuna professionalità, individuate ai sensi dell'art. 26 del d. lgsl. 206/2007 e della legge 4/2013 Il lavoro di messa a punto dei sistemi di attestazione/certificazione delle professioni non sarà semplice, ma le diverse Associazioni lo hanno iniziato già da tempo. Occorrerà comunque concludere tale opera in tempi relativamente brevi in vista delle consultazioni da avviare con il Ministero per stabilire i criteri di iscrizione negli elenchi, che dovranno tener conto da quanto stabilito in merito dalle associazioni alla luce della l. 4/2013. Ciò anche ai fini della stipula con il Ministero stesso dei necessari accordi (convenzioni) per la collaborazione delle Associazioni alla tenuta degli elenchi, che dovranno, ai sensi della citata legge, registrare anche il successivo aggiornamento professionale e la formazione ‘permanente’ degli iscritti. Si tratta infatti di soddisfare all’esigenza di assicurare un coordinamento fra gli elenchi nazionali ministeriali e quelli associativi che garantisca un’omogeneità di criteri tale da evitare illogiche controproducenti discrepanze fra i due elenchi, che non potrà non essere recepita dal Ministero.
Uno degli aspetti fondamentali nella regolamentazione e nella attestazione delle professionalità ai fini della redazione degli elenchi riguarderà proprio l’aggiornamento continuo della professione, di cui dovranno tener conto anche istituzioni, enti, pubblici e privati, nei quali già si trovino ad operare i professionisti dei beni culturali. In tal senso si rafforzeranno le azioni e le attività delle associazioni, Aib, Anai, Icom-Italia, Ana, etc., che saranno impegnate ad aumentare l’offerta formativa e renderla continua, sempre più adeguata non solo all’interno del panorama nazionale, ma internazionale, dove molto l’Italia deve recuperare, collaborando in tal senso con le istituzioni preposte alla tutela e conservazione, con le università e i centri di ricerca del nostro paese ed esteri.
Marco Carassi, presidente ANAI - e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Alberto Garlandini, presidente ICOM-Italia - e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Enrica Manenti, Presidente AIB - e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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