Venerdì, 07 Dicembre 2012

Cartoni animati e satira di Cesare Zavattini nell'archivio della Gamma film

Letizia Cortini
Sezione Nel web

La sottoscritta ripropone sul Notiziario un proprio articolo, pubblicato sul blog: www.visionandonellastoria.net. Segnala in particolare la visione degli archivisti ironicamente proposta da Cesare Zavattini nel secondo documento indicato.

L’archivio della Gamma Film è custodito nella ricca Cineteca della Fondazione Luigi Micheletti di BresciaOn line sono visionabili numerosi film prodotti dalla nota società.

“Gamma Film è stato il marchio di uno studio grafico italiano particolarmente attivo negli anni sessanta soprattutto grazie all’attività nel campo della pubbli­cità televisiva. Fondato dai fratelli Gino e Roberto Gavioli nel 1953 a Milano – il primo era un raffinato disegnatore, il secondo un abile manager – lo studio produsse una grande quantità di spot pubblicitari con la tecnica dell’animazione perCarosello, forgiò molti giovani disegnatori italiani di talento e diede vita ad una serie di personaggi indimenticabili e a storie entrate nel costume dell’Italia degli anni ‘60: Ulisse e l’Ombra (1959), Caio Gregorio(1960), il Vigile (1961), Babbut, Mammut e Figliut (1962), Derby (1962),Capitan Trinchetto (1965), Joe Galassia (1965), Serafino spazza antennino(1966), Taca Banda (1968), Cimabue (1972)”, Giorgio Boccolari

Voglio segnalare in particolare due documenti “zavattiniani” conservati in questo archivio.

calza_verde1Il primo è La lunga calza verde, prodotto dalla Gamma Film e dalla Incom,  realizzato, nel 1961, in occasione del centenario dell’Unità d’Italia. Racconta la storia del Risorgimento italiano, secondo il punto di vista di Cesare Zavattini. E’ stato un cartone animato riscoperto e molto pubblicizzato, nonché usato/riusato nel corso delle celebrazioni, nel 2011, per i 150 anni. Visionabile sul sito dell'archivio Luce.

La lunga calza verde fu preceduto, o meglio faceva parte di un progetto più ampio, Buongiorno Italia, che Cesare Zavattini intendeva realizzare per la società Gamma Film. Di tale progetto rimane la documentazione grafica e iconografica, cartacea, e uno spezzone realizzato nel 1990, con l’uso delle tavole dei disegni e della sceneggiatura, visionabile sul sito della Fondazione Micheletti. Qui la satira di Zavattini prende di mira il potere della burocrazia italiana, i ministeri, i funzionari e gli archivisti (!)timbri

Visionando entrambi i documenti potremmo azzardare l’ipotesi che, alla base dell’interesse di Cesare Zavattini alla realizzazione di cartoni animati (oltre la sua vorace predisposizione alla sperimentazione di ogni linguaggio possibile, nonché il suo amore per il disegno, la pittura, l’arte), ci fosse il desiderio di raccontare l’Italia e la sua storia in un modo diverso, in cui la satira e l’ironia esilaranti  fossero il leitmotiv principale nel denunciare questioni e problemi irrisolti dello Stato italiano.

La lunga calza verde mostrato oggi agli studenti delle scuole d’istruzione secondaria di I e di II grado continua a suscitare grandi risate. E’ un documento in grado di risvegliare sensibilità e consapevolezze su temi tuttora attuali, attraverso riflessioni e un lavoro di approfondimento sul linguaggio e il punto di vista, che gli insegnanti possono organizzare in classe con l’ausilio di strumenti di analisi reperibili nella sezione Didattica e strumenti, del sito visionandonellastoria.net.

Per la ricostruzione della storia del rapporto tra Cesare Zavattini e i fratelli Gavioli, nonché per la storia della società Gamma Film vi segnaliamo due saggi di Giorgio Boccolari reperibili in pdf on line:

Un cartone animato zavattiniano: da “Buongiorno Italia” a “La lunga calza verde”. 1ª parte: La Gamma film e i podromi del soggetto iniziale, Almanacco, Rassegna di studi storici e di ricerche sulla società contemporanea, nn. 55-56, Reggio Emilia 2010, pp. 177-184

Un cartone animato zavattiniano. Seconda parte: La lunga calza verde. L’epopea risorgimentale in un mediometraggio della Gamma Film, Almanacco, Rassegna di studi storici e di ricerche sulla società contemporanea, n. 57, Reggio Emilia 2011, pp. 111-133

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