La notizia e il suo interessante commento sono pubblicati anche sulla newsletter del Polo archivistico regionale dell'Emilia Romagna. Riteniamo, in accordo con l'autore, che la sua diffusione possa aiutare a comprendere l'importanza di un uso creativo e non pregiudiziale dei social network "anche" nel mondo degli archivi. Buona lettura! [ndr]
Con il profilo di un personaggio fittizio, il Musée de la Grande Guerre du Pays de Meaux ha raccontato per otto mesi la Prima Guerra Mondiale sul social network. Il progetto, molto seguito, è stato anche premiato ai recenti “oscar” della pubblicità di Cannes
La campagna pubblicitaria del museo francese è stata costruita partendo dal racconto immaginario, ma decisamente realistico, di Léon Vivien, insegnante nato il 10 settembre 1885, che attraverso la propria pagina Facebook, ovviamente un fake, ha descritto quotidianamente, per otto mesi, prima lo sbigottimento per l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo, evento che segna simbolicamente l’inizio del conflitto, quindi l’invasione della Francia da parte dei tedeschi, e infine la chiamata al fronte per difendere la patria. Fronte dal quale, ricorrendo a gran parte dei documenti e delle memorie fotografiche custodite nel museo, Léon ha continuato a postare in un crescendo di ansia, speranze deluse e timori, fino al 22 maggio 1915, giorno della sua morte in battaglia, mentre dalle retrovie la moglie Madeleine, in attesa di un figlio, ed altri amici e parenti, rendevano ancora più realistico e corale il racconto, con risposte e commenti ai post del giovane soldato.
E se la storia di Léon non si chiude con un lieto fine, ben altri sono stati gli esiti di questa originale operazione di documentazione e divulgazione storica. Come si legge su Adverblog, più di 7.500 persone hanno condiviso la pagina, e sono stati circa 6.500 i commenti ai post dello sfortunato professore. Ancor di più però, colpisce il fatto che dopo la realizzazione della campagna il numero di visitatori del museo è cresciuto del 45%. Ed è anche e soprattutto in considerazione di questo indicatore che in occasione dell’ultima edizione dei Lions di Cannes, probabilmente il più prestigioso riconoscimento per la creatività pubblicitaria, il museo francese e l’agenzia di comunicazione che ha ideato la campagna hanno portato a casa ben tre riconoscimenti: un “Leone d’oro”, nella categoria “Best Use of Social media”, e due d’argento, nelle categorie “Social media & Viral marketing” e “Best Low Budget Campaign”. Non male per una iniziativa che, a detta degli organizzatori, fatta eccezione dei costi sostenuti per l’ideazione iniziale, ha catalizzato l’attenzione dei più importanti media nazionali e internazionali al prezzo di appena 250 euro, quelli necessari per la stampa di 400 inviti alla conferenza stampa di presentazione della campagna.