Il virtual tour è uno strumento multimediale a carattere interattivo sempre più spesso utilizzato da musei, archivi, istituzioni culturali per consentire agli utenti della rete di “visitare” i propri ambienti e spazi. L’obiettivo è la divulgazione - attraverso percorsi ipertestuali ed ipermediali e in una situazione di avanzato realismo fotografico - di edifici storici, ma soprattutto, di patrimoni e di servizi destinati ad un pubblico remoto, eterogeneo, sempre più ampio ed esigente.
Il Centro Sperimentale di Cinematografia con la realizzazione di un virtual tour ha così inteso promuovere e valorizzare il proprio storico ruolo di custode della “memoria” del cinema italiano. Il viaggio ha interessato sia alcuni dei luoghi più significativi dell’architettura anni ’30 di Via Tuscolana, costruzione razionalista conservata nel suo assetto originale, sia il suo patrimonio documentale. Lo scopo era di evidenziare le potenzialità di ricostruzione storica e scientifica che il Centro Sperimentale di Cinematografia può offrire attraverso la collazione delle multiformi testimonianze presenti nei suoi pregevoli archivi. Siano essi archivi cartacei, filmografici e iconografici, o siano archivi “orali”, rappresentati dalle persone che il Centro è stato in grado di coinvolgere e coagulare nell’arco della sua lunga esistenza come scuola di cinema, cineteca nazionale, biblioteca, luogo di dibattito culturale.
Per far compiere questo viaggio ai visitatori del sito istituzionale si è scelto come percorso tematico il film di Giuseppe De Santis Roma ore 11, a 60 anni dalla prima proiezione pubblica avvenuta a Catania nel febbraio del 1952. Il film, che racconta un fatto di cronaca e si basa su un’inchiesta dell’allora giornalista Elio Petri, è apparso, inoltre, di straordinaria attualità rispetto alle problematiche dell’occupazione giovanile, soprattutto femminile, della morte sul o per il lavoro, della sicurezza e della qualità dell’edilizia. Il Centro Sperimentale di Cinematografia, nei suoi archivi, conserva, infatti, numerosissimi documenti: oltre al film, le fotografie di set e di scena, la locandina, il soggetto, il trattamento e le sceneggiature originali, l’inchiesta manoscritta, nonché saggi, articoli, lettere e telegrammi afferenti all’archivio personale del regista. De Santis, peraltro, fu fra i primi allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia e poi docente del corso di recitazione dal 1983 al 1987.
Il risultato è l’opportunità di muoversi in alcuni spazi rappresentativi dell’edificio attraverso facili ed intuitivi strumenti di orientamento (tasti guida e pianta dell’edificio). In ogni ambiente è possibile fruire di schede di approfondimento, di immagini fisse e in movimento, di materiali bibliografici e archivistici digitalizzati. Il tour virtuale è corredato, inoltre, di contributi inediti. Il video in cui la lettura di stralci di corrispondenza privata del regista è accompagnata dalla riproduzione di lettere, di materiale promozionale e da altra documentazione illustrativa di Roma ore 11 e un filmato in cui allo scorrere dei titoli originali del film si è associata una selezione di foto di scena e di set e di pagine tratte dalla sceneggiatura. In questi filmati sono stati utilizzati come sottofondo musicale alcuni frammenti della colonna sonora realizzata da Mario Nascimbene.
Arricchisce il progetto un breve documento filmico in cui De Santis alla metà degli anni ’80, svolge una lezione su scritti di Arthur Miller nel teatro di posa del Centro. In esso si intravvedono due giovanissime Iaia Forte e Francesca Neri che, nelle interviste realizzate e pubblicate nel tour virtuale, ricordano la loro esperienza di allieve e il loro rapporto personale con il grande regista. Da segnalare è la testimonianza dello storico del cinema Mino Argentieri, amico personale di De Santis e testimone diretto della lavorazione del film.
Il tour virtuale, è accessibile, anche nella versione inglese, dall’indirizzo: http://virtualtour.fondazionecsc.it.
Il Centro Sperimentale di Cinematografia, infine, ha in programma di proporre periodicamente, attraverso la medesima infrastruttura, nuovi percorsi tematici inserendosi nella più vasta riflessione ed esperienza europee sulle strategie digitali e sulle più avanzate tecnologie dell’informazione ai fini della crescita culturale e del progresso civile.
Il fondo archivistico di Giuseppe De Santis
Il fondo appartenuto a Giuseppe De Santis (Fondi 1917- Roma 1997), acquisito dal Centro Sperimentale di Cinematografia e ivi conservato, è un’ingente e composita raccolta a carattere bibliografico, archivistico e fotografico. Della sezione cartacea del fondo fanno parte le sceneggiature, i soggetti e i trattamenti originali relativi alla carriera di De Santis, ai film realizzati (Caccia tragica del 1947; Non c’è pace tra gli ulivi del 1950; Roma ore 11 del 1952; Un marito per Anna Zaccheo del 1953; Uomini e lupi del 1956; Italiani brava gente del 1964), ma anche ai progetti cinematografici e televisivi non realizzati (Pettotondo, Agnese lungo il mare, Ovidio: l’arte di amare, I tre porti, Portella delle ginestre, I fatti di Andria, G.A.P.). Tale materiale si presenta in gran parte nella forma del manoscritto o del dattiloscritto con note autografe. Non è rintracciabile nel fondo la documentazione riguardante Riso amaro (1949), donata dal regista al Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Un nucleo altrettanto consistente del fondo è costituito dalla copiosa corrispondenza privata intrattenuta dal regista a partire dal 1936 fino al 1992. Si tratta di lettere, telegrammi, cartoline, biglietti di amici, registi e attori (Pietro Germi, Carlo Lizzani, Gillo Pontecorvo, Michelangelo Antonioni, Raf Vallone, Yves Montand), di collaboratori (Mario Serandrei, Tonino Guerra, Carlo Bernari, Ennio De Concini) e di intellettuali italiani e stranieri (Guido Aristarco, Antonello Trombadori, Cesare Zavattini, Bertold Brecht, Jorge Amado, Georges Sadoul, Joris Ivens, Henri Langlois). Fa parte del fondo una raccolta di materiali riconducibile alla sua attività di giornalista, scrittore, poeta, docente presso il Centro Sperimentale di Cinematografia.
Il film Roma ore 11 del 1952, scelto per rappresentare il fondo, è in esso ampiamente documentato. Vi si conservano il soggetto, la sceneggiatura, il trattamento, nelle varie fasi di elaborazione, i verbali delle riunioni degli sceneggiatori e, soprattutto, il dattiloscritto originale dell’inchiesta svolta da Elio Petri sul tragico fatto di cronaca da cui trasse ispirazione il film. Libri, ritagli stampa, lettere completano il panorama della documentazione inerente al film.