Lo scorso mese di luglio è stato presentato un accordo tra Istituto Luce Cinecittà e Google, accordo grazie al quale trentamila filmati del Luce sono ora disponibili su un canale dedicato di youtube.
Dall’immenso patrimonio audiovisivo, che il Luce ha in parte prodotto e in parte acquistato nel corso degli anni, sono state selezionate per youtube due testate, Giornale Luce e Settimana Incom.
In sostanza quarant’anni di storia italiana sono ora visibili sulla piattaforma di condivisione video più utilizzata nel mondo.
Si tratta solo di parte (meno del 30%) di un patrimonio molto più ampio: 100.000 video tra cinegiornali, documentari e materiali di repertorio; più di 400.000 foto già digitalizzate e schedate (su circa tre milioni possedute dall’archivio). Il tutto online a partire dal 2001.
La scelta delle testate selezionate per youtube copre gli anni che vanno dal 1928 al 1965. Il Luce ne produsse fino al 1945 seguendo e propagandando tutta la storia del regime fascista, fino alla sua caduta: l’ultimo cinegiornale è datato 31 marzo 1945, meno di un mese prima della liberazione del paese.
Un anno dopo, il 15 febbraio 1946, usciva il primo cinegiornale prodotto dalla Incom.
Il presidente di Google per l’Europa Meridionale e Orientale, il Medio Oriente e l’Africa, Carlo d’Asaro Biondo, nel corso della presentazione ha affermato che google ha aderito a questo progetto con entusiasmo poiché tra i suoi compiti c’è quello di fare di internet un mezzo di tutela e diffusione del patrimonio storico, artistico e culturale del paese, provando a rendere meno “americanocentrica” la storia sulla Rete.
In questo senso un’altra importante tappa potrebbe essere il prossimo anno l’inserimento dei Cinegiornali Luce nel registro Unesco “Memoria del mondo”, come richiesto dalla Commissione Italiana Unesco.
È stato possibile raggiungere questi risultati grazie ad una felice alchimia di diversi fattori: in primis alla lungimiranza di Angelo Guglielmi che nel 1995, da presidente del Luce, decise di iniziare un profondo lavoro di rivalutazione dei suoi archivi attraverso l’opera di catalogazione del materiale audiovisivo e fotografico e alla digitalizzazione del medesimo. Grazie quindi ai suoi successori e alla direzione dell’Archivio, che in questo progetto hanno sempre creduto e su cui hanno continuato ad investire, e non era una scelta scontata, risorse umane, tecnologiche ed economiche.
Un lavoro lungo, molto apprezzato cui si sono dedicati con passione molti ricercatori e documentalisti che nel corso degli anni sono diventati, grazie al lavoro sul campo, tra i massimi esperti di catalogazione di materiale audiovisivo e fotografico, pur tra le innumerevoli difficoltà che chi lavora nel settore dei beni culturali ben conosce. E grazie anche al lavoro e alle conoscenze informatiche di una società come Regesta.exe che su questo lavoro ha impegnato costantemente una parte considerevole delle proprie energie.
La scelta di approdare su un canale eminentemente commerciale come Youtube non è stata ovviamente indolore: da un lato c’era e c’è il rischio di snaturare un archivio fondamentale per la comprensione della storia italiana dell’ultimo secolo. Soprattutto in presenza di materiale tanto delicato quanto incandescente come può essere quello legato al fascismo che se decontestualizzato può essere usato in maniera impropria. Senza contare che rompere un’unità archivistica è operazione scientificamente molto discutibile.
D’altra parte l’intento ultimo dell’operazione è avvicinare quante più persone a questi materiali e quindi diffondere la conoscenza della storia d’Italia soprattutto tra i più giovani. Le cifre parlano chiaro: dai primi di luglio il canale dedicato di Youtube ha avuto 1.482.457 contatti a fronte dei 77.540 utenti che nello stesso periodo sono andati a visitare il portale dell’Archivio Luce.
Ovviamente non siamo così ingenui da pensare che l’inserimento di trentamila cinegiornali su Youtube sia sufficiente da solo ad innalzare il livello culturale di un paese. Può però senza dubbio rappresentare un primo passo. Stimolare curiosità nei giovani, spingendoli a visitare l’archivio del Luce, dove si possono vedere i filmati presenti su youtube storicamente contestualizzati e da dove è possibile accedere ad una serie di portali tematici pubblicati nel corso degli anni come quelli della Camera e del Senato, e di archivi partner quali la Cineteca del Friuli, l’Archivio Quilici, l’Archivio di Albania e l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.