Il manifesto si diffonde, come “strumento di lotta politica”, soprattutto nei decenni successivi la Rivoluzione francese.
Il manifesto politico, a partire dal ciclo di lotte sociali tra il 1968 e il 1969, vive una nuova fortunata stagione: trasfigura ed esalta gli avvenimenti, proiettando nella coscienza delle masse i concetti di libertà ed emancipazione. Le discipline archivistiche e biblioteconomiche hanno iniziato da non molti anni ad analizzare e trattare il manifesto come “documento transitorio”, in quanto realizzato in occasione di un messaggio da diffondere o di un evento, oppure come collezione di manifesti, ovvero come “documenti organizzati in base al comune riferimento allo stesso soggetto produttore, oggetto, attività o fatto giuridico”. Alla tipologia “manifesto” possono appartenere anche locandine, volantini, fogli, fogli volanti, spesso condizionati in “rotoli”, “cartelle”.
Segnaliamo il progetto Manifestipolitici.it, una lavoro di catalogazione semantica avviato dal 2000 da La Fondazione Gramsci Emilia-Romagna. La Fondazione ha realizzato una banca dati aperta online di manifesti politici e sociali provenienti da diverse raccolte: http://www.manifestipolitici.it/fondazioneistitutogramsciemiliaromagna-k-3-0.html. I manifesti sono stati scansionati in formato TIFF e resi consultabili in formato JPG, inseriti e trattati come oggetti digitali allegati alle schede descrittive in apposito catalogo http://manifestipolitici.sebina.it/SebinaOpacGramsci/Opac. Sono state organizzate alcune aree di descrizione comuni con la messa a punto di una scheda di catalogazione specifica:
Area del titolo proprio e della formulazione di responsabilità;
Area dell'edizione
Area della pubblicazione
Area della descrizione fisica
Area delle note.
Per la prima area il testo del manifesto è trascritto interamente o in forma abbreviata. Per le successive aree si è fatto riferimento a standard noti ai bibliotecari, quali IFLA ed International Standard Bibliographic Description for Non-Book Material, nonché alle Regole italiane di catalogazione per autori per la scelta e la forma dell’intestazione; infine allo standard SBN per gli autori.
Si segnala anche un progetto del 2010 avviato dalla sezione fiorentina dell’Istituto Gramsci, che ha reso accessibile il suo archivio, con un ampio fondo di manifesti politici, grazie al portale “storia e futuro” e con l’allestimento, nello stesso anno, della mostra “Un partito in archivio. Le carte della Federazione Fiorentina del PCI” (http://www.storiaefuturo.com/it/numero_23/archivi/2_istituto-gramsci-toscana~1349.html).