Martedì, 25 Agosto 2015

Ebrei in Toscana (1915-2015). Un progetto da sostenere

Catia Sonetti
Sezione Attività

Ebrei in Toscana (1915-2015) verrà realizzata in prima nazionale a Firenze, a dicembre 2015, ospitata nella prestigiosa sede degli ex tribunali della città, in piazza San Firenze. La Mostra racconterà 100 anni di vita delle comunità ebraiche toscane e i loro intrecci con il resto della comunità ebraica italiana, i suoi collegamenti con quella europea, mediterranea e internazionale.

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A partire dal 2013, il nostro paese è entrato in un quadro cronologico ricco di ricorrenze importanti per la sua storia e la sua compagine pubblica. Nel 2013 sono stati i 70 anni dall’8 settembre 1943, nel 2014 era il 70° anniversario dalla Liberazione della maggior parte del territorio regionale, esclusa solo la zona della linea gotica, il 2015 vede invece i 70 anni dalla Liberazione dell’Italia. Ma il 2015 è anche l’anniversario, il 100°, dall’ingresso del’Italia nella prima guerra mondiale. Dentro questa cornice sono collocate le vicende delle comunità ebraiche toscane.



L’importanza delle comunità ebraiche nella storia della regione è legata alla presenza di una rete diffusa e diversificata di gruppi, da quello di Livorno sicuramente il più numeroso, alla comunità di Firenze e accanto a queste, per rilievo economico e culturale, quella di Pisa, Siena e il piccolo nucleo di Pitigliano, non escludendo quei nuclei familiari arrivati in altre città, come i Nunes a Piombino. Ogni comunità, tramite i suoi componenti, ha legami ha legami con il resto del mondo. Alcune famiglie provengono dall’antica emigrazione iberica, altre dall’America latina, altre dal bacino del Mediterraneo. Ogni comunità poi ha legami con la tradizione sionista nazionale ed europea ed internazionale, con i fermenti culturali che attraversano il paese, con le ideologie più significative che lo agitano.

Tutto questo permette alla proposta che andiamo a presentare di cogliere attraverso questa peculiare storia i rinvii ad una cornice che è non solo locale ma nazionale ed europea. 
Per cogliere tutta la specificità di quanto sopra pensiamo che una Mostra allestita secondo i criteri più aggiornati di coinvolgimento multimediale, capace di parlare a tutte le generazioni interessate, senza scadere in una narrazione generica e imprecisa, ricca sola di “effetti speciali”, sia una proposta utile per tutti, capace di rafforzare i fili di una memoria democratica, costituire un antidoto per tutte le pulsioni razziste e discriminatorie che attraversano la nostra realtà.

Ma quale Mostra andiamo a proporre?

Da lungo tempo si è consolidata una tradizione secondo la quale ogni qualvolta che si parla di Comunità Ebraica l’attenzione si concentra sul tema della Shoah. Tema imprescindibile da qualsiasi punto di vista, tema che anche nella nostra ipotesi viene sviluppato in modo analitico e approfondito ma che non diventa esclusivo dello sguardo che proponiamo su tutta questa vicenda. A nostro parere occorre guardare all’intero arco della storia contemporanea della minoranza ebraica dentro la storia d’Italia, poiché dal periodo risorgimentale si è sviluppata una vicenda complessa, articolata su diverse tracce con caratteristiche differenziate e a volte anche contrastanti. Infatti sarà a partire dall’Unità d’Italia che questa comunità diventa una componente portatrice di eguali diritti e possibilità come tutti i gruppi presenti sulla penisola. Il momento culminante e decisivo per il riconoscimento universale di questa raggiunta uguaglianza di diritti di cittadinanza fu la Iª Guerra Mondiale, guerra alla quale gli ebrei parteciparono numerosi combattendo molto spesso nelle file degli ufficiali. Da qui si snoda, a nostro avviso, una storia che doveva portare alla completa integrazione di questa minoranza nella storia nazionale. E su questa parte si concentrerà tutta la prima parte della Mostra.



La Mostra poi racconta come gli ebrei abbiano avuto comportamenti simili a tutti gli altri cittadini italiani, da una parte schierati a sostegno del fascismo e dall’altra avversari del regime, come rimasero anonimi, nascosti nella zona occupata da quella grande maggioranza che non applaudì, né si oppose, o come invece si organizzarono nelle file dell’antifascismo. Pochi di loro, come metteremo in rilievo, partirono in tempo, prima della leggi razziali, prima della tragedia della guerra. Pochi perché pochi, in ogni parte della popolazione, furono quelli che interpretarono con lucidità ciò che si stava preparando all’orizzonte.



Dopo questa tematica la Mostra svilupperà il tema della persecuzione prima dei beni e poi delle vite; cercherà di cogliere il comportamento di coloro che vivevano al loro fianco, sul loro stesso pianerottolo, vicini di casa e compagni di banco nelle scuole, colleghi di lavoro e amici. Illustrerà quelle scelte che aumentarono il loro isolamento e facilitarono la loro individuazione, le scelte di quelli che solidarizzarono e prestarono aiuto.

A questo punto ci sarà il grande capitolo della persecuzione, delle fughe, degli arresti, delle privazioni, della morte. Attraverso alcune vicende individuali seguite nel loro intero percorso, vicende differenziate per censo e per legami familiari e culturali, la Mostra cercherà di raccontare la materialità e la diversità di questi percorsi il cui lieto fine spesso è legato solo al caso.



La Mostra racconterà poi il secondo dopoguerra, come dalle macerie delle sinagoghe distrutte, dall’intreccio di partenze per Israele e arrivi dal Medio Oriente durante i diversi conflitti che hanno insanguinato quei territori, tutta la realtà delle comunità ebraiche italiane, e anche di quelle toscane, si sia ristrutturata. 



A chiusura un pannello con un quadro sinottico della distribuzione degli ebrei in Italia all’ultimo censimento, delle sinagoghe utilizzate, di quelle trasformate in monumenti, degli effetti della Legge sulla Memoria, delle iniziative distinte che le Comunità prendono e tutto quanto possa risultare utile a raccontare una popolazione che, seppure fortemente minoritaria come consistenza numerica, riesce ad essere presente nel dibattito culturale e politico del nostro paese.
 
Attori del progetto

L’ISTORECO: l’istituto storico per la Resistenza e la Società Contemporanea nella provincia di Livorno.

LA REGIONE TOSCANA

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