Stereotipi, rimozioni, chance
Milano, 13, 14, 15 maggio 2015
Crociera Alta di Giurisprudenza, Università degli Studi di Milano
via Festa del Perdono
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Qual è il nostro sguardo sulla guerra? In che modo i nuovi media che hanno sviluppato le potenzialità di riproducibilità tecnica delle immagini, hanno mutato il nostro modo di guardare gli eventi bellici, rispetto al XIX secolo? In quale modo le immagini di una guerra orientano l’immaginario collettivo in senso utopico e distopico?
Le guerre da sempre sono portatrici di violenza, sangue, morte, sono luoghi nei quali prendono corpo di volta in volta modi concreti di intendere lo spazio politico, in cui si realizza uno specifico modo di vivere dell’uomo.
A un secolo dallo scoppio della Prima guerra mondiale – la prima guerra fotografata in massa, in modo diffuso e dissonante –, a settant’anni dalla Liberazione e dalla chiusura dei campi di sterminio, con questo convegno si intende tornare a riflettere su alcuni momenti fondamentali di trasformazione della guerra all’interno della storia contemporanea, a partire dalle immagini cui tali eventi bellici sono connessi. I modi attraverso cui i media producono immagini della guerra, sono particolarmente significativi dello sguardo di chi opera negli scontri violenti, di chi appare in immagine e di chi ne è escluso. Se le guerre sono da sempre i luoghi di esplosione della violenza pura, le immagini ci aiutano a capire se e come i paesaggi che hanno preso forma intorno al fuoco della guerra sono cambiati nel corso del tempo. Le immagini non sono solo «documenti» o «illustrazioni» della guerra; esse piuttosto danno un volto alla guerra, le immagini indicano il senso (e l’assenza di senso) della guerra e danno forma al suo accadere nella storia.
Come ha scritto Michel Foucault la «storia, con le sue intensità, cedimenti, furori segreti, le sue grandi agitazioni febbrili come le sue sincopi, è il corpo stesso del divenire» e allora il compito che ci si pone dinanzi è quello di cercare di seguire queste fratture della storia, attraverso le immagini che degli eventi bellici ci sono rimasti, attraverso i diversi media che hanno reso visibili di volta in volta le guerre e con esse stereotipi, rimozioni e possibilità politiche. Se è vero che queste fratture, queste rotture e discontinuità sono la carne della storia, allora il rapporto tra storia e immagini non è un rapporto di un accadimento con la sua illustrazione: non c’è (e non c’è stata) una generica storia cui si aggiungono le immagini che la illustrano o sono prova o testimonianza di determinati eventi. È il corpo stesso della storia che accade in modo «spurio», organizzandosi attraverso le immagini e quindi attraverso i media da cui queste immagini derivano. È anche a partire dalle storie delle immagini, dunque, che può essere compreso il senso di una guerra nella storia contemporanea.
PROGRAMMA
Ore 15-18.30
Odio, potenza, astuzia. Una lettura clausewitziana delle immagini di guerra
Gianfranco Mormino, Università degli Studi di Milano
Kurt Lewin e la mutazione dell’immagine dei territori di guerra
Raffaele Scolari, Spai Locarno; SSAT Bellinzona
Guerre di immagini, insegnamento della storia
Antonio Brusa, Insmli; Università degli Studi di Pavia
“Più drammatici gli eventi, più importante la forma”: War Cut e la seconda Guerra del Golfo
Angela Mengoni, Iuav
Ore 9.30-13
La fotografia e la memoria. Osservazioni sulla violenza nelle immagini e sulla violenza delle immagini
Adolfo Mignemi, Insmli
La guerra in tempo di pace: i fotomontaggi di John Heartfield dal 1930 al 1938
Paola Bozzi, Università degli Studi di Milano
Christian Schiefer: un fotografo a piazzale Loreto
Giovanni Scirocco, Università degli Studi di Bergamo
Montare il tempo nell’azione: ripensando un’estetica dei media a partire dalle immagini del conflitto
Dario Cecchi,
Università “La Sapienza” di Roma
15-18.30
Un fallimento dell’immaginazione. La traslazione retorica dell’immagine aerea nel cinema bellico contemporaneo
Giorgio Avezzù, Università Cattolica del Sacro Cuore
La Rai va alla guerra: la prima volta della tv pubblica
Vanessa Roghi, Università “La Sapienza” di Roma-Rai
Frammenti e autoritratti di guerra. YouTube e un secolo di conflitti
Giuliana Galvagno, Università degli Studi di Torino
La io-guerra. Il first person shot e la camera come “sensore”
Ruggero Eugeni, Università Cattolica del Sacro Cuore
9.30-13
La guerra delle immagini. Fenomenologia estetica di un campo di battaglia
Pierandrea Amato, Università degli Studi di Messina
Non vedo macerie. Figure della rimozione nel Trümmerfilm e nella Trümmerfotografie
Barbara Grespi, Università degli Studi di Bergamo
Immagini del terrore contemporaneo
Maurizio Guerri, Insmli; Accademia di Brera
La nuova perdita dell’innocenza: l’archeologia nelle guerre contemporanee
Elena Pirazzoli, Scuola di Pace di Monte Sole