Mercoledì, 15 Ottobre 2014

L'archivio della Tipografia Rossi a Piombino: un tesoro scoperto da Archimeeting

Caterina Del Vivo
Sezione Attività

Il 4 ottobre scorso si è svolta una delle importanti visite organizzate, nell'ambito di Archimeetings, dall'Anai Sezione Toscana. Sono stati così scoperti e mostrati gli antichi strumenti e macchinari della tipografia Rossi di Piombino e il suo archivio. Le titolari, Elena Rossi e la figlia Francesca Carducci hanno mostrato ad oltre 50 persone alcune importanti operazioni svolte quotidianamente con gli strumenti fondamentali per la composizione dei caratteri e con i macchinari in funzione e hanno illustrato numerosa documentazione d'archivio.

La tipografia Rossi, fondata nel 1926 è sempre stata in via Roma e vanta un’esperienza tramandata di padre in figlio, conservando ancora oggi parte dei macchinari originali.

Raffaello Rossi assieme alla moglie Maria si trasferì a Piombino dove acquistò una tipografia per far lavorare i suoi due figli più grandi, Francesco e Luigi, i bisnonni di Elena, l'attuale proprietaria. In via Roma i due fratelli lavoravano aiutati dalla famiglia e da diversi operai. Erano i tempi in cui tutto ciò che doveva essere riprodotto in più copie passava necessariamente dalla tipografia. Il lavoro non mancava di certo, ma in tempo di guerra fu molto difficile: la tipografia si trovava, e si trova tutt’ora, dietro alla stazione ferroviaria della città; considerata “zona nera” e quindi ad alto rischio bombardamento. Soli i due fratelli, titolari, ebbero il permesso di lavorare, mentre tutti gli altri dovettero abbandonare la propria casa e il proprio lavoro. Francesco e Luigi Rossi continuarono a stampare, costantemente sorvegliati dalla polizia che controllava che dalla tipografia non uscisse materiale di propaganda antifascista. Non furono anni facili, ma la passione per il proprio lavoro non abbandonò mai i Rossi che, conclusa la guerra, ripresero con energia le loro attività.

L'archivio, conservato nella tipografia, rappresenta così lo strumento per la ricostruzione delle attività produttive locali, dello sviluppo sociale e della storia della comunicazione dagli anni ’30 agli anni ’80 del XX secolo del territorio piombinese. Il prezioso archivio è stato riordinato da Serena Niccolai che ne ha individuato tre unità: la documentazione personale della famiglia Rossi, la parte contabile e amministrativa, la produzione.  Costituisce una peculiarità nel panorama archivistico in quanto si annoverano pochi casi altrettanto similari a livello nazionale, come la Tipoteca di Trento che contiene una documentazione archivistica altrettanto completa. 

Accanto all’archivio, la tipografia si è dotata di una sezione museale composta di macchinari, bozzetti che prefigurano il definitivo prodotto a stampa, matrici realizzate su vari supporti e con diverse tecniche: cliché in zinco ed altri materiali per la stampa di illustrazioni, monogrammi e stemmi, filetti, caratteri mobili in legno appartenenti a diversi font, caratteri linotype e monotype in metallo, matrici in linoleum per la stampa di figure e forme geometriche.

La produzione relativa alla grafica pubblicitaria è costituita da stampati riguardanti immagini, etichette, brochure e dèpliant. Non mancano, manifesti, locandine, cartoline “non viaggiate” destinate a documentare la produzione e carte intestate; grafica d’occasione: biglietti augurali, cresime e comunioni, eventi, annunci mortuari, nascite, nozze ed  infine, la biblioteca di lavoro e le riviste di grafica.

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