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Questo non è amore
Lunedì, 09 Dicembre 2013

Questo non è amore

Maria Teresa Schiavino
Sezione Scaffale

Di cosa parliamo quando parliamo d'amore? E di cosa invece quando parliamo di violenza sulle donne? Sono le domande cui cerca di rispondere il volume "Questo non è amore" edito da Marsilio (2013) e curato dalle giornaliste del blog "La 27a ora" che fa capo al Corriere della Sera (http://27esimaora.corriere.it/ ). Il volume è stato presentato al campus di Fisciano e all'Archivio di Stato di Salerno il 2 e il 3 dicembre 2013, sull'onda delle manifestazioni del 25 novembre contro la violenza sulle donne.

Nel corso delle due giornate si è discusso del libro insieme a Carlotta De Leo, giornalista della 27a ora e curatrice del volume, e alle rappresentanti di istituzioni e associazioni cittadine impegnate a promuovere sul territorio una cultura di tutela delle donne vittime di violenza: tante voci, provenienti da esperienze diverse, per far luce su un fenomeno sempre più diffuso, il cui aspetto più tragico è il fatto che «la cronaca quotidiana e i dati statistici dicono che a violentare, uccidere, perseguitare, sono mariti, figli, fratelli, amanti, uomini legati affettivamente, famigliarmente alle vittime» (Lea Melandri).

L'incontro presso l'Università degli studi di Salerno si è svolto come una lezione aperta della professoressa Maria Antonietta Selvaggio, all'interno del ciclo di lezioni "La violenza spiegata" : nel corso della lezione sono state le studentesse a porre domande a Carlotta De Leo e alle organizzatrici della presentazione. L'incontro all'Archivio di Stato di Salerno ha privilegiato il rapporto con gli studenti di un Liceo cittadino, che hanno potuto confrontarsi con Eugenia Granito (Archivio di Stato di Salerno), Maria Rosaria Pelizzari, dell'OGEPO (Osservatorio interdipartimentale di Studi di genere e Pari Opportunità dell'Università degli Studi di Salerno), Maria Rosaria Meo (Commissione provinciale Pari Opportunità), Wilma Tabano (Spazio Donna) e Santa Rossi e Federica Di Martino (Sportello Antistalking e antiviolenza Indiani d'Occidente).

Il libro porta alla luce una violenza nascosta, che si consuma spesso all'interno delle pareti domestiche e che vede le donne vittime consenzienti, incapaci di reagire e di ribellarsi per una sorta di visione confusa della relazione, in cui l'idea di amore si mescola con la dipendenza affettiva e con l'accettazione della violenza come normalità, aspetto "naturale" del rapporto tra i sessi (e non invece conseguenza di una cultura orientata storicamente, che in qualche modo giustifica agli occhi stessi delle donne questi comportamenti).

I venti casi emblematici riportati nel libro - storie non solo di donne maltrattate ma anche di uomini maltrattanti, e degli operatori sociali che li seguono - raccontano la difficoltà, da parte delle donne ma anche degli uomini, di riconoscere il punto in cui finisce l'amore e inizia un'altra storia. Raccontano della incapacità di gestire i sentimenti - paura e rabbia - chiave di volta di tutti i casi di violenza esercitata e subita. E raccontano, soprattutto, la difficoltà di mettere in sicurezza i due attori del dramma: non basta punire, perché la pena da sola non risolve, e, una volta scontata, i due protagonisti si ritrovano ancora uno di fronte all'altro, prigionieri delle stesse dinamiche. La pena da sola non basta se chi compie violenza non si riconosce come violento, intraprendendo un percorso di cura che lo porti fuori dal problema. Un'azione di vero contrasto presuppone anche un lavoro molto intenso sulla mentalità collettiva che ancora troppo spesso giustifica questo genere di violenza, colpevolizzando chi la subisce nel momento in cui decide di portarla allo scoperto. L'Archivio di Stato di Salerno, che tante testimonianze di violenza sulle donne conserva all'interno della sua documentazione, ha voluto dare in questo modo il proprio sostegno alla campagna di sensibilizzazione.

L'iniziativa è stata promossa e curata da Maria Teresa Schiavino e Maria Rita Di Cesare per la Biblioteca delle Donne Melusine dell'Aquila: il ricavato della vendita del libro va infatti allo sportello antiviolenza nato in seno alla Biblioteca.  

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