Sabato, 29 Marzo 2014

La cultura come risorsa e Agenda Europea 2014-2020: quali opportunità per archivi e biblioteche?

Arch.i.m., Archivisti in movimento e Società Napoletana di Storia Patria
Sezione Primo piano

Lunedì 7 aprile alle ore 16.00, si terrà presso la Società Napoletana di Storia Patria la giornata di studio La cultura come risorsa e Agenda Europea 2014-2020: quali opportunità per archivi e biblioteche?

A seguire la lettera aperta alle istituzioni

 Al Ministro del MiBACT, Dario Franceschini

al Presidente della Giunta Regionale, Stefano Caldoro,

all’Assessore all’Istruzione, Musei e Biblioteche C. Miraglia,

al Vice-Presidente della Giunta regionale, G. Trombetti,

all’Assessore al Bilancio della Giunta regionale, G. Giancane,

all’Assessore ai Beni culturali, P. Sommese

alla Presidente della Commissione Consiliare VII A. Ruggiero

Ai Signori Consiglieri regionali della Campania

Agli onorevoli Deputati e Senatori eletti nei Collegi della Campania

Al Direttore Regionale del MiBACT, G. Angelini

La Cultura come risorsa e Agenda Europa 2014-2020: quali opportunità per Archivi e Biblioteche?

Gli operatori della cultura, i docenti, i professionisti archivisti e bibliotecari campani sottopongono alle SS.VV. una pressante richiesta affinché gli Archivi e le Biblioteche ubicati sul territorio regionale siano espressamente tra i soggetti beneficiari degli interventi da effettuarsi nella ormai prossima programmazione dell'Agenda Europa 2014-2020. Non si può tacere che nelle precedenti programmazioni dei Fondi UE si sia fatto molto poco o pochissimo per la tutela della straordinaria ricchezza del patrimonio archivistico e bibliotecario della Campania.

P.O. PESR 2007-2013, POIN E PAC (III): UN'OPPORTUNITA' PERSA

Notiamo con dispiacere che tra le azioni previste per il Programma Operativo Interregionale delle Regioni dell’Obiettivo Convergenza (POIN), significativamente dedicato agli Attrattori culturali, naturali e turismo, la stampa ad oggi non ha fornito notizie di finanziamenti rilevanti per progettualità specifiche per la tutela, valorizzazione e promozione di Archivi e Biblioteche, così come non sono stati previsti interventi in tal senso nel Piano di Azione e Coesione (PAC III) predisposto dalla Regione. Nulla per settori che vantano, tra l’altro, ritardi storici e situazioni di incuria eccezionale non meno rilevanti di altre - e più note - emergenze nazionali.

Il perdurante stato di incuria o di risorse miserrime rispetto alle necessità espone biblioteche ed archivi prestigiosi, di cui è ricchissima la nostra regione, alla chiusura o a gestioni del tutto insufficienti che sembrano fatte apposta per legittimare dispersioni di beni e facili trafugamenti, come ha dimostrato la vicenda vergognosa dell’importantissima e preziosa Biblioteca dei Girolamini di Napoli. La non fruizione pubblica di questi beni è sicura concausa del mercato illegale di beni patrimoniali di rilevante pregio storico-culturale. È molto più facile trafugare pezzi di valore in strutture chiuse al pubblico che in quelle aperte, per il semplice fatto che, oltre alla tutela di prassi, non esiste neppure quella forma di controllo indiretto esercitato dalla fruizione pubblica di libri o pezzi archivistici che consente di segnalare dispersioni o vuoti ed evidenziare trafugamenti. Ancora più grave è il fatto che in molti Comuni ed altri enti pubblici campani gli Archivi – storici e correnti – versino spesso in condizioni di assoluto degrado e senza personale, strutturato o a contratto, che si occupi della sorte di documenti di interesse pubblico e di interesse storico-patrimoniale. Tale condizione interessa anche antiche e prestigiose istituzioni culturali presenti sul territorio che, causa l’assenza di una politica culturale nazionale e regionale, sono costrette a chiudere o, se sopravvivono, non possono esprimere una vera attività culturale, scientifica, formativa e didattica.

Constatiamo che le istituzioni pubbliche nazionali perseverano nel sottovalutare quello che è sicuramente il più ricco, in termini quantitativi, patrimonio culturale del paese così come le istituzioni locali sottovalutano la ricchezza del patrimonio culturale della regione che, per grandi numeri, è necessario indicare alle SS.LL.:

- 1192 biblioteche pubbliche (statali, provinciali, comunali, religiose, poli universitari, enti di alta cultura, biblioteche private di notevole interesse storico) secondo la rilevazione, ancora in corso, effettuata dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico;

- ben 5 Archivi di Stato, tra cui quello di Napoli che per quantità, qualità e antichità di materiale custodito è tra i primi 10 più importanti d’Europa;

- circa 10.000 (diecimila) archivi di enti pubblici locali e archivi privati di notevole interesse storico vigilati e sorvegliati dalla Soprintendenza Archivistica della Campania;

- gli archivi storici di ben 25 Diocesi ecclesiastiche;

- gli archivi storici delle badie millenarie della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni e di Montevergine;

- un numero ancora imprecisato di Archivi di enti statali periferici sorvegliati dai 5 Archivi di Stato territorialmente competenti (ad es. Tribunali, archivi notarili, ecc.).

La Cultura è una risorsa, recita un adagio molto ricorrente nella pubblicistica di questi ultimi tempi ed al centro dell’interesse di molti politici ed amministratori. Ma è lecito domandarsi risorsa per chi? Se si guarda alla programmazione 2007-2013 non può non essere segnalata la scelta assolutamente non condivisibile compiuta dall’amministrazione regionale che, con la DGRC 415 del 7 marzo 2008 (BURC n. 18 del 5.5.2008), aveva approvato il documento di intenti per l’attuazione del PO FESR 2007-2013, Obiettivo operativo 1.10, programmando per l’Attività C (“sviluppo di tecnologie per la digitalizzazione e messa in rete di archivi e biblioteche”) cui erano destinati ben € 20 milioni sui 110 milioni complessivi. Quei € 20 milioni, somma già abbastanza esigua rispetto alle necessità, venne drasticamente ridotta nel 2009 a circa € 7,5 milioni, mentre la maggior parte delle risorse sono state destinate a festival e ad attività di spettacolo che hanno l’unico difetto di non "infrastrutturare" servizi e che non possono essere considerati gli unici assi portanti dell'attrattività turistica del territorio. Ciò ha condannato all’incuria Archivi e Biblioteche già sottoposti allo strangolamento economico progressivo per i tagli delle risorse pubbliche.

RISORSE EUROPEE E OFFERTA DI SERVIZI DI QUALITA'

I fondi europei, in questo desolante panorama di tagli, potrebbero:

a) colmare significativi gap strutturali in termini di lavori specialistici (schedature SBN, catalogazioni, ordinamenti e inventari di migliaia di archivi, altri strumenti di corredo, incremento delle attività di digitalizzazione e pubblicazioni scientifiche);

b) consentire di svolgere attività di promozione e valorizzazione, attività didattiche, mostre bibliografiche e documentarie, ecc.;

c) implementare le banche dati disponibili sui siti internet degli istituti;

d) incrementare potentemente la dotazione strumentale ordinaria degli istituti culturali (attrezzature informatiche e strumenti per la digitalizzazione, acquisto di software dedicati già tarati su standard descrittivi internazionali);

e) ampliare il numero dei collegamenti di biblioteche all'ICCU ed alla rete SBN nonché il numero di accessi degli archivi campani al Sistema Archivistico Nazionale;

f) ammodernare impianti, sale di consultazione e depositi di conservazione, nonché attivare coperture wireless, acquistare beni e servizi di ogni tipo;

g) restaurare e/o consolidare sedi storiche dei detti istituti di conservazione, ecc.;

h) avviare all’occupazione qualificata preziose risorse umane.

È anche il caso di ricordare che infrastrutturare servizi in questi settori significa attivare, in modo permanente, servizi veri per la collettività e - forse la politica non lo sa - anche per il turismo culturale:

storici e ricercatori, di area sia umanistica sia scientifica, amatori, curiosi, eruditi, cultori di storia locale, genealogisti, emigrati alla ricerca delle proprie radici, studenti, ecc. trovano in questo settore motivi di interesse e di grande attrattività. L’incremento di servizi in questo campo potrebbe implementare significativi flussi di visitatori nella nostra regione. La frequentazione di Archivi e Biblioteche, dovrebbe essere noto, richiede presenza di lungo periodo, non occasionale e sporadica come per altre attività. Quindi sicuro concorso all’attrattività di risorse per la nostra regione.

FONDI UE: LINFA VITALE PER L'OCCUPAZIONE QUALIFICATA

Una politica pubblica assente in questi settori ha impedito investimenti con i Fondi UE che avrebbero consentito la possibilità di accrescere l’occupazione specializzata e qualificata di mediolungo periodo per tanti archivisti e bibliotecari che non hanno avuto la possibilità di accedere al mondo del lavoro con i regolari concorsi nella P.A., né hanno avuto la possibilità di altra occupazione con forme di lavoro parasubordinato per la carenza di finanziamenti rivolti all’occupazione nel settore, presso enti diversi dalla pubblica amministrazione.

Ci corre l’obbligo di ricordare alle forze politiche che in Campania operano ben 7 istituzioni universitarie di cui cinque ogni anno laureano centinaia di dottori in Beni culturali oppure in Lettere (titolo equipollente) che, con opportuni master specialistici, affinano ulteriormente le competenze acquisite durante il percorso di studi. Ugualmente l'Archivio di Stato di Napoli ogni due anni rilascia 50 diplomi di Archivistica, Paleografia e Diplomatica. Lo sbocco occupazionale per questi giovani professionisti qual è?

Questo argomento può essere materia di discussione politica? E la politica nazionale e regionale quali strategie ha predisposto per i giovani specializzati in Archivistica, Paleografia e Diplomatica ed in Bibliografia e Biblioteconomia?

Se è giusto investire su festival ed eventi musicali che, potendo contare su un accesso facilitato ai mezzi d’informazione, ricevono la maggior parte delle risorse pubbliche, non si deve però farlo a scapito di tutte le altre professionalità del mondo dei beni e delle attività culturali che, invece, da decenni sono destinatarie di risorse miserrime rispetto al fabbisogno. Nonostante ciò, recriminare sul passato serve a poco; occorre invece attivare un circuito virtuoso in cui anche archivi e biblioteche siano assolutamente presenti con pari dignità di attenzione e di interventi.

Bisogna, dunque, invertire la tendenza a favorire solo le forme della spettacolarizzazione degli eventi! Per questo motivo, per la prossima programmazione 2014-2020, chiediamo di programmare non meno di 50 milioni di euro da destinarsi al rilancio dell’offerta culturale di archivi e biblioteche, al potenziamento dei relativi servizi e alla creazione di significative opportunità di occupazione di alta professionalità in questi settori che versano in uno stato di preoccupante necessità di interventi qualificati.

Alla Direzione regionale del MiBACT chiediamo uguale attenzione per archivi e biblioteche statali con l’attivazione dei conseguenti interventi necessari per la loro salvaguardia e valorizzazione.

Alla Giunta regionale ricordiamo che presso i suoi uffici è incardinata anche la Soprintendenza regionale alle Biblioteche che, per legge, è chiamata svolgere funzioni di tutela e di valorizzazione delle biblioteche di interesse locale e, infine, che non abbiamo una legge regionale per gli archivi.

Una classe politica saggia che voglia valorizzare le proprie risorse culturali e far cessare la fuga di preziose risorse professionali all’estero o in altre regioni, con questa prossima programmazione di Fondi UE ha l’opportunità di agire in modo concreto, utilizzando fino all’ultimo centesimo le risorse previste.

Restiamo in attesa di Vostre positive risposte e vi invitiamo alla giornata di studio su questo tema organizzato presso la Società Napoletana di Storia Patria il giorno 7 aprile 2014 alle ore 16,00 al fine di poter individuare percorsi condivisi ed aprire un nuovo ed interessante capitolo sul tema dei beni e delle attività culturali in Campania.

Arch.i.m., Archivisti in movimento e Società Napoletana di Storia Patria

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