Lunedì, 13 Gennaio 2014

L'Archivio della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore

Luca Polidoro
Sezione Primo piano

Da circa sedici secoli sulla sommità del colle Esquilino, la basilica papale di S. Maria Maggiore è l'unica, tra le basiliche maggiori in Roma, a conservare le strutture originali del suo tempo, con pregiate aggiunte successive: i mosaici della navata centrale e dell'arco trionfale, realizzati durante il pontificato di Sisto III (432-440) e quelli dell'abside, la cui esecuzione fu affidata da Papa Niccolò IV (1288-1292) al frate francescano Jacopo Torriti; il pavimento cosmatesco donato dai cavalieri Scoto Paparone e figlio nel 1288 e il soffitto a cassettoni in legno dorato realizzato su disegno di Giuliano San Gallo (1450).

Il clero che officiava la basilica fu costituito inizialmente da un collegio di clerici con a capo un archipresbyter. Dal 1292 i clerici si denominarono canonici: costoro, insieme all'archipresbyter, costituivano l'organismo denominato Capitolo. La decisione capitolare dell'8 dicembre 1235, successivamente approvata da papa Gregorio XI il 13 novembre 1237, fissò a sedici il numero dei canonici. Delle regole per il funzionamento del Capitolo fissate nello Statuto Liberiano (1262), l'esempio più antico conservato di uno statuto capitolare romano, nell'arco cronologico decisamente breve di meno di dieci anni si ebbero altre due redazioni: una nel 1266 e l'altra nel 1271. L'organigramma delle funzioni amministrative del Capitolo, mantenutosi sostanzialmente invariato per secoli, era strutturato in uffici con a capo canonici con mandato in origine annuale, in seguito triennale.

Attualmente, dopo l'approvazione di papa Giovanni Paolo II nel 2000 dello Statutovigente, il Capitolo si presenta come un collegio sacerdotale costituito dal Cardinale Arciprete, da ventitré Canonici e da Coadiutori del Capitolo, tutti di nomina pontificia1. I Canonici e i Coadiutori formano il Presbiterio Liberiano, al quale spetta, sotto la guida del Cardinale Arciprete, la celebrazione delle festività liturgiche più solenni nonché il servizio pastorale della Basilica.

Già sommariamente indicati in manoscritti del XV secolo (attualmente conservati nel Fondo Santa Maria Maggiore presso la Biblioteca Apostolica Vaticana) contenenti inventari generali dei beni della basilica, oggetti di sacrestia, beni mobili e immobili, i documenti del Capitolo ebbero una significativa descrizione nell'elenco della fine del XVI secolo conservato nell'Archivio attualmente denominato Archivio della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore (ABPSMM) con la segnatura 933/II, 1.

Già nella prima metà del XVII secolo l'incremento dei fondi e la conseguente necessità di una più appropriata gestione dei documenti resero necessaria la creazione di un ufficio ex novo: l’Archivio dunque, che per atavica tradizione era sempre stato accorpato all’ufficio del camerlengo o a quello del segretario del Capitolo, acquisì la propria indipendenza configurandosi, nel complesso organigramma dei servizi della Basilica, quale ufficio capitolare autonomo, con un canonico archivista di norma affiancato da coadiutori.

La sedimentazione dei complessi documentari è parzialmente riscontrabile grazie agli inventari, purtroppo lacunosi, compilati nel corso dei secoli. Alla prima metà del XVI secolo risalgono alcuni quaderni contenenti i regesti di documenti dell'Archivio del Capitolo della Basilica di Santa Maria Maggiore redatti dal canonico Marcello Vitelleschi2. A lasciare una importante attestazione del quadro documentale esistente nel 1655 all’interno dell’archivio fu il canonico archivista Giovanni Muti3, cui è riconducile la Rubricella delle scritture esistenti nell'Archivio dell'Ill.mo Capitolo della sacrosanta Basilica di S.ta Maria Ma.re nel p.nte Anno 1655 (ABPSMM 934/III)4. Luigi Ludovico Chierichelli5 realizzò l'Index materiarum, que continentur in Capsulis scripturarum existentium in Archivio Capitulari sacrs.e Basilice Sancte Marie Maioris, ordine Alphabetico, et numerico dispositus ad faciliorem earundem inventionem donec perfectiori ordine disponatur (ABPSMM 933/II, 2).

Non si conserva purtroppo che la sola partizione dell'Inventario universale di tutte le scritture esistenti nell'archivio della Sacrosanta Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore. Divise in parti, le parti in numeri, li numeri in lettere. A riserva della parte II e a portione della parte III che restano divise in fascetti (per essere scritte in diverse pergamene), li fascetti in numeri, li numeri in lettere, (ABPSMM 933/II, 3) redatto nel 1724 dal canonico archivista Giacomo Degli Atti6.

Papa Benedetto XIII, in attuazione di quanto disposto nel decreto del Concilio romano del 1725 che aveva prescritto la redazione, entro un anno, di un inventario di tutti i documenti di ogni diocesi, capitolo, chiesa e l'istituzione di un proprio archivio, con la Costituzione Apostolica Maxima vigilantia del 14 giugno 1727 aveva ordinato che entro sei mesi dall'emanazione del provvedimento ogni ente ecclesiastico istituisse il proprio archivio affidandolo ad un archivista. In esecuzione di quanto disposto nella Maxima vigilantia, nel 1731 fu compilato dai canonici archivisti Ravenna7 e Masseri8 l'Inventario di tutte le scritture esistenti nell'Archivio […] di Santa Maria Maggiore di Roma, fatto nell'anno 1731 in esecuzione della bolla della santa memoria di PP. Benedetto XIII De Archivis in Italia erigendis che comincia Maxima vigilantia (ABPSMM 933/II, 4)9.

Molto probabilmente prima della metà del Settecento l'archivio del Capitolo, che dai tempi di Paolo V era situato in un locale al piano terra della Canonica Paolina, fu trasferito in una stanza attigua alla Sala dei Papi, al terzo piano della Canonica Paolina, ove rimase sino all'inizio del Novecento. Dopo aver compilato, nel 1759, lo Stato generale (ABPSMM 681), nel 1764 il canonico archivista Francesco Ascevolini10 realizzò l'Inventario fatto nell'anno 1764, in cui sono individuate le pergamene non meno che le altre cose. Le quali però non stanno più nelli siti individuati nel presente Inventario, ma per ritrovarle, convien guardare nell'Inventario fatto nell'anno posteriore, cioè 1765 (ABPSMM 933/II, 5), cui seguì appunto, l'anno seguente, l'Inventario di tutti li libri manoscritti e stampati, e di tutte le scritture, che si conservano nell'Archivio dell'Ill.mo e R.mo Cap.lo della SS.ta Patriarcale Basilica di S. Maria Mag.re fatto nell'anno 1765 (ABPSMM 933/II, 5) del canonico archivista Giovanni Lercari11.

Il vasto intervento di ordinamento, con la costituzione di serie miscellanee cronologiche o per materia in luogo delle precedenti riscontrabili nell'inventario Lercari, realizzato da Luigi Pericoli12, canonico archivista dal 1861 al 1863, è testimoniato dell'Inventario di tutti i protocolli lettere posizioni pergamene ed atti diversi esistenti nell'Archivio del Rev[erendissi]mo Capitolo Liberiano, in data 9 marzo 1861. Ridotto a forma di rubricella per comodità dell'invenimento stante il difetto in cui s'è di una Rubricella generale delle materie, (ABPSMM 933/II, 6) nel quale la segnatura è composta di una lettera maiuscola, da riferire all'armadio, un numero romano, relativo allo scaffale e una cifra araba per la posizione (prevista ma mancante). Questa impostazione, illustrata dal Pericoli al successore Francesco Mercurelli13 nelle Memorie per norma dell'Ill.mo e R.mo Canonico Archivista Monsignor Mercurelli, 1863 fu sostanzialmente mantenuta ancora nella c. d. “rubricellona”, il Repertorio generale dell'Archivio Liberiano degli inizi del '900 (con aggiunte fino alla metà degli anni Venti). Tra il 1904 e il 1907 Giovanni Ferri pubblicò testo o regesto delle pergamene anteriori all'anno 1500 conservate nelle due serie di «Bolle» e «Atti diversi»14.

Tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento nei locali dell'archivio capitolare confluirono le carte dell'archivio della Cappella Sistina, edificata per volere di Papa Sisto V nel 1587. La confluenza di tale complesso documentale rese necessario il trasferimento dell'intero archivio nel seminterrato della Canonica Benedettina, ove nel 1925 furono sistemate anche le carte del Collegio Paolino, seguite a breve da quelle del Collegio dei Beneficiati, istituito da papa Pio IV nel 1561, e della Cappella Musicale. Tra il 1916 e il 1926 il sotto-archivista d. Salvatore Bascetta15 ordinò le pergamene dell'archivio capitolare in cartelle di cartone con un elenco del relativo contenuto. Il 19 maggio 1931, su disposizione di Pio XI, la parte più antica dell'archivio capitolare (i codici e i libri liturgici medievali, diciassette cartelle di pergamene e alcuni documenti del XV secolo) fu depositata presso la Biblioteca Apostolica Vaticana di cui costituisce il Fondo Santa Maria Maggiore16.

Della nuova configurazione dell'archivio, trasferito nel 1942 dal seminterrato al primo piano della Canonica Benedettina, resta traccia, sia pure sommaria, nella Pianta topografica descrittiva dell'Archivio di Santa Maria Maggiore realizzata da Armando Fattimanzi17 (vice archivista dal 14 giugno 1939 al 20 aprile 1964) nel 1943. Della situazione successiva al trasferimento dell'archivio nel mezzanino della Canonica Benedettina, avvenuto nel 1970, testimonia la pianta topografica18 realizzata da p. Jean Coste19 nel 1971.

Tornato nella sua sede settecentesca nella Canonica Paolina nel 1976, l'archivio ottenne anche un locale deposito posto alla base del campanile della Basilica, la cui capienza fu però dimezzata nel 1979 per la necessaria realizzazione del locale caldaie. Dopo poco più di cinque anni dalla sua ultima sistemazione presso il mezzanino esigenze di diversa natura concorsero a determinare un ulteriore spostamento dell’Archivio che venne trasferito presso alcune stanze adiacenti alla Sala dei Papi, ambienti che ne costituirono la sede definitiva.

Purtroppo questo ennesimo trasferimento dell’Archivio comportò la perdita dei riferimenti topografici della Guida elaborata dal Coste nel corso del precedente ordinamento. Nel 1993 dunque l’allora Arciprete della Patriarcale Basilica Cardinale Ugo Poletti20 incaricò il Prefetto dell'Archivio Mons. Elio Venier21di procedere alla realizzazione di un nuovo inventario e di una definitiva catalogazione dell’intero fondo documentale22. Nel 2005 il prof. Francesco Maria Amato ha realizzato un “inventario sommario” (in realtà un elenco di consistenza composto di circa cinquemila voci distribuite su cento pagine), seguito da quattro inventari: i primi due relativi al Fondo Mappe23 (rispettivamente: “amministrazione e contabilità” e “piante e disegni”), il terzo riguardante il Fondo Opera Pia di Spagna, il quarto inerente il Fondo Cappellanie (“Cappelle e Chiese”).

Tra il 2007 e il 2009, a seguito dell'impianto di una nuova scaffalatura lignea nonché di una metallica appositamente realizzata per gli atti di grande formato (ivi trasferiti, nel luglio del 2007, dai due grandi armadi nella Sala dei Papi) sotto la direzione dell'attuale Prefetto dell’Archivio Mons. Michal Jagosz24, suor Sarah Spence, SMMMI, ha aggiornato l'inventario sommario della “Stanza V” (nel 2008) e suor Susannah Spence, SMMMI, ha aggiornato l'inventario sommario della “Stanza IV” (nel 2009) completando i dati relativi alla documentazione rispettivamente indicata nell'inventario realizzato dal prof. Amato. Al fine di evitare, nell'attribuzione della segnatura archivistica, le problematiche dovute al riferimento alla collocazione topografica, alterata numerose volte nel corso del tempo, alla documentazione – definitivamente riordinata – su indicazione del Prefetto Mons. Jagosz è stato attribuito, a cura di Suor Luana Balducci, SMMMI, un identificativo numerico che ne permette il reperimento, con la realizzazione di tavole di raffronto per identificare, qualora necessario, documenti citati in opere precedentemente pubblicate.

In concomitanza con i lavori di inventariazione e catalogazione, il Servizio Tecnico del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ha posto in essere risolutivi interventi strutturali sugli ambienti che, ulteriormente ampliati, nel 2007, con l'acquisizione di spazi derivanti dalla cessione di una stanza dell'appartamento di Mons. Emilio Silvestrini25 per la realizzazione di una confortevole e moderna sala di consultazione ad opera del Prefetto mons. Jagosz, si presentano oggi del tutto idonei sia per quanto attiene i principi di conservazione dei documenti che per la loro piena fruibilità e adeguata valorizzazione.

Dopo l'ultimo lavoro di riordinamento i documenti dell'Archivio sono stati sistemati in oltre 350 metri lineari di ripiani, nei quali si conservano i seguenti fondi:

  • Archivio del Capitolo
  • Archivio del Collegio dei Beneficiati e Chierici beneficiati
  • Archivio delle Cappelle e Cappellanie
  • Cappella Sistina
  • Cappella Borghese
  • Cappellanie varie
  • Archivio della Cappella Musicale
  • Archivio Opera Pia di Spagna
  • Archivio carte topografiche e mappe

Dal 2010 l'Archivio cura una collana editoriale, realizzata dal Capitolo Liberiano e dalla Lisanti Editore, denominata Studia Liberiana. Studi e documenti sulla storia della Basilica Papale e del Capitolo di Santa Maria Maggiore, della quale sono già stati pubblicati i seguenti sette volumi:

  1. Il Frammento Liberiano. Un testimone della Raccolta Aragonese nell’Archivio del Capitolo della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, a cura di Luca Polidoro, Roma, 2011
  2. Clero Liberiano a servizio della Salus Populi Romani 1800-2010, a cura di mons. Michal Jagosz, Roma, 2011
  3. ...humanis divina iunguntur… Un percorso museale della Basilica Liberiana, a cura di mons. Michal Jagosz, Roma, 2011
  4. Figure, liturgia e culto, arte. Ricerche dall'archivio della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, a cura di mons. Michal Jagosz, Roma, 2011
  5. VINCENZO FERRARA, Valori contenutistici e formali nei componimenti dei poeti del Frammento Liberiano, Roma, 2012
  6. Arcipreti della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma dalle origini fino al 1800, a cura di mons. Michal Jagosz, Roma, 2012
  7. San Pio V. Trecentenario della canonizzazione, a cura di mons. Michal Jagosz, Roma, 2012.

 

Note

1 Statuta Capituli Patriarchalis Basilicae S. Mariae Maioris seu Liberianae, e Civitate Vaticana, die XXIII maii MCMXCIX, p. 43.

2 Marcello Vitelleschi, nato il 21 dicembre 1591, archivista dal 1625 al 1635, morto il 7 febbraio 1637.

3 Giovanni Muti (16 agosto 1627 - 13 settembre 1706), canonico dal 12 luglio 1648 al 1689.

4Jean Coste, “Il fondo medievale dell'archivio di Santa Maria Maggiore” in Archivio della Società Romana di Storia Patria, 96 (1975), pp. 50-51. Diversamente da quanto indicato dal Coste (“sei quaderni”) i fascicoli di cui si compone la Rubricella sono otto.

5 Luigi Ludovico Chierichelli, canonico coadiutore dal 18 maggio 1700, canonico effettivo dal 18 aprile 1703, archivista dal 1705 al 1712, morto a Roma il 10 giugno 1721. Il Chierichelli oltre all'Index compilò una Rubricella in tre volumi: il primo relativo agli anni 1476-1561 (ABPSMM 660), il secondo relativo agli anni 1561-1711 (ABPSMM 661), il terzo per cognomina dal 1476 al 1711 (ABPSMM 662).

6 Giacomo Degli Atti, canonico dal 20 dicembre 1716, morto il 15 maggio 1724.

7 Giovanni Battista Ravenna, canonico dal 18 ottobre 1705, morto il 10 dicembre 1734.

8 Bernardino Masseri, canonico dal 3 maggio 1716, morto il 19 settembre 1743.

9Jean Coste, “Il fondo medievale dell'archivio di Santa Maria Maggiore” in Archivio della Società Romana di Storia Patria, 96 (1975), pp. 58 e 73.

10 Francesco Ascevolini, canonico dal 21 settembre 1743, morto il 13 luglio 1764.

11 Giovanni Lercari, (Taggia, 22 ottobre 1722 – Genova, 18 marzo 1802), canonico coadiutore dal 31 ottobre 1748, canonico effettivo dal 13 settembre 1759 al 10 luglio 1767.

12 Su Luigi Pericoli si veda in Clero Liberiano a servizio della Salus Populi Romani 1800-2010, a cura di mons. Michal Jagosz, (Studia Liberiana, 2), Roma, Capitolo Liberiano – Lisanti Editore, 2011, pp. 46, 192, 377, 384, 390, 392, 394 e 415.

13 Su Francesco Mercurelli si veda in Clero Liberiano a servizio della Salus Populi Romani 1800-2010, a cura di mons. Michal Jagosz, (Studia Liberiana, 2), Roma, Capitolo Liberiano – Lisanti Editore, 2011, pp. 184, 377, 384, 392, 394 e 414.

14 Giovanni Ferri, “Le carte dell'archivio liberiano dal secolo X al secolo XV”, in Archivio della R. Società Romana di Storia Patria, 27 (1904), pp. 147-202 e 441-458, 28 (1905), pp. 23-39, 30 (1907), pp. 119-168.

15 Su Salvatore Bascetta si veda in Clero Liberiano a servizio della Salus Populi Romani 1800-2010, a cura di mons. Michal Jagosz, (Studia Liberiana, 2), Roma, Capitolo Liberiano – Lisanti Editore, 2011, p. 231.

16Jean Coste, “Sulla storia dell'Archivio Liberiano dagli inizi del XX secolo ad oggi” in Theotokos. Mensile della Basilica Liberiana, 113(2003), pp. 21-24.

17 Su Armando Fattimanzi si veda in Clero Liberiano a servizio della Salus Populi Romani 1800-2010, a cura di mons. Michal Jagosz, (Studia Liberiana, 2), Roma, Capitolo Liberiano – Lisanti Editore, 2011, p. 364.

18 Archivio della Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore. Pianta topografica con indice alfabetico dei nomi e delle voci in essa contenuti a cura del R. P. Giovanni Coste s. m. essendo archivista il R.mo Canonico Mons. Angelo Martinelli del 1971.

19 Jean Coste (Clermont-Ferrand, 8 ottobre 1926 – Roma, 12 agosto 1994), padre marista dal 1951, in Italia dal 1953. Inizialmente dedito allo studio della storia della congregazione marista, esercitò a lungo l'attività pastorale presso le borgate della zona est di Roma. Assegnato alla parrocchia di Santa Maria Causa Nostrae Laetitiae a Torre Gaia intorno al 1962, frequentò assiduamente per circa venti anni anche la comunità di Torre Angela, interessandosi in maniera sempre più approfondita allo studio della topografia storica della campagna romana, divenendo uno dei maggiori conoscitori della topografia medievale della zona. A partire dai primi anni ottanta archivista presso l’Archivio del Capitolo della Basilica di S. Maria Maggiore, costituì un ricco archivio formato da schede topografiche, fotografie, diapositive e diari e produsse una vasta letteratura composta da pubblicazioni e ricerche su documenti d'archivio.

20 Su Ugo Poletti si veda in Clero Liberiano a servizio della Salus Populi Romani 1800-2010, a cura di mons. Michal Jagosz, (Studia Liberiana, 2), Roma, Capitolo Liberiano – Lisanti Editore, 2011, pp. 19, 22, 24, 69, 77, 79-81, 132, 406, 434 e 474.

21 Su Elio Venier si veda in Clero Liberiano a servizio della Salus Populi Romani 1800-2010, a cura di mons. Michal Jagosz, (Studia Liberiana, 2), Roma, Capitolo Liberiano – Lisanti Editore, 2011, pp. 22, 23, 37, 220, 393, 418, 437 e 438, nonché Michal Jagosz, “Mons. Elio Venier, 1916 2011” in Figure, liturgia e culto, arte. Ricerche dall'archivio della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, a cura di mons. Michal Jagosz, (Studia Liberiana, 4), Roma, Capitolo Liberiano – Lisanti Editore, 2011, pp. 19-25.

22 Su tali operazioni di riordinamento si veda Francesco Maria Amato, “Promemoria sullo stato dei lavori di riorganizzazione dell'Archivio Liberiano” in Theotokos. Mensile della Basilica Liberiana 112(2003), pp. 26-28,

23 Sul fondo si veda Francesco Maria Amato, “Fondo mappe e carte topografiche dei terreni, casali e pediche soggetti al Capitolo Liberiano tra il XVI e il XIX secolo” in Theotokos. Mensile della Basilica Liberiana 116(2004), pp. 22-24; 117(2004), pp. 16-20.

24 Su Michal Jagosz si veda in Clero Liberiano a servizio della Salus Populi Romani 1800-2010, a cura di mons. Michal Jagosz, (Studia Liberiana, 2), Roma, Capitolo Liberiano – Lisanti Editore, 2011, pp. 176 e 216.

25 Su Emilio Silvestrini si veda in Clero Liberiano a servizio della Salus Populi Romani 1800-2010, a cura di mons. Michal Jagosz, (Studia Liberiana, 2), Roma, Capitolo Liberiano – Lisanti Editore, 2011, pp. 93-94.

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