Lunedì, 09 Dicembre 2013

Archivi ecclesiastici verso l’Europa. Prospettive di cooperazione in vista del programma Horizon 2020

Luca Polidoro
Sezione Primo piano

Martedì 3 dicembre 2013 presso la Biblioteca Cathariniana in Pisa si è tenuto il workshop formativo “Archivi ecclesiastici verso l’Europa. Prospettive di cooperazione in vista del programma Horizon 2020”, organizzato, nell’ambito delle attività dell’European Network on Archival Cooperation (ENArc) dell’International Centre for Archival Rersearch (ICARuS), dalla Scuola Normale Superiore di Pisa (nella persona della dottoressa Stella Montanari) in collaborazione con la Biblioteca Cathariniana e l'Università degli Studi di Napoli Federico II, Dipartimento di Studi Umanistici.

Indirizzato ad archivisti, paleografi, ricercatori e studiosi di discipline archivistiche, storiche e digital humanities allo scopo di favorire la conoscenza delle piattaforme digitali sviluppate dalle istituzioni partecipanti, l'incontro, oltre a consentire di approfondire gli aspetti tecnici delle piattaforme e promuoverne l'uso didattico e divulgativo, ha inteso anche sviluppare la cooperazione con gli enti conservatori del patrimonio storico e le istituzioni di ricerca, in vista dello sviluppo futuro dei progetti in ambito europeo, all'interno del gruppo ICARuS e in cooperazione con APEx (Archival Portal of Europe).

La giornata si è aperta con l’indirizzo di saluto della dottoressa Silvia Nannipieri, bibliotecaria, anche a nome di Don Roberto Filippini, direttore della Biblioteca Cathariniana, cui è seguito l'intervento della professoressa Antonella Ambrosio, docente di Paleografia all’Università Federico II, la quale, dopo aver sottolineato l'importanza di considerare con la dovuta attenzione l'opportunità rappresentata dalla possibilità di inserire l'attività degli archivi - quelli ecclesiastici, in specie, ma non solamente - in un contesto di ampio respiro internazionale che garantisca il rispetto degli standard descrittivi e al tempo stesso la conservazione a lungo termine degli oggetti digitali e dei relativi metadati, si è soffermata - nella sua qualità di coordinatore per il sud Italia - sulle caratteristiche e le potenzialità del progetto Monasterium, animato da un ampio consorzio di istituzioni archivistiche e accademiche dell'Europa centrale e coordinato da ICARuS. Il progetto, che si propone la digitalizzazione e l'edizione di documenti medievali e dell'inizio dell'età moderna, provenienti dagli archivi degli enti ecclesiastici europei, si è aperto negli ultimi anni anche ad altro tipo di documentazione. I documenti, riprodotti da fotografie ad alta risoluzione, liberamente scaricabili dal portale, vengono affiancati da metadati riversati in ampie schede descrittive, regesti, edizioni, gestiti con l’ausilio del software - user friendly - denominato EditMOM, implementato dall'Università di Colonia. I risultati di tale attività vengono pubblicati on line sul portale Monasterium.net, che dal 2002 ad oggi ha pubblicato oltre 229.000 documenti, provenienti da oltre cento archivi conservati in diciotto Stati. Si tratta, nel complesso, di una banca dati enorme, interrogabile con agili motori di ricerca. Monasterium, aperto alla collaborazione di singoli studiosi e di istituzioni, ha per obiettivo principale quello di agevolare la libera conoscenza della documentazione, la circolazione del sapere storico e l’utilizzo di nuove metodiche di ricerca e di didattica, senza pregiudicare i diritti riguardanti l’utilizzo e la riproduzione dei documenti che restano di esclusiva proprietà dell’archivio sede di conservazione. Nell’ultima parte del suo intervento la professoressa Ambrosio ha illustrato alcune esperienze legate all'utilizzo del software, con un particolare riferimento alle positive esperienze didattiche realizzate con numerosi studenti.

Georg Vogeler (Karl Franzens Universität, Grazha) ha approfondito l'esame delle peculiarità di Monasterium.net, sia dal punto di vista più propriamente archivistico che in riferimento agli aspetti informatici e strutturali. In particolare è stata spiegata la scelta – operata nell’ottica di fornire comunque all’utente informazioni per le ricerche, anche in assenza della documentazione o della riproduzione - di ricomprendere in Monasterium edizioni a stampa digitalizzate relative a vari complessi documentali.

L'intervento a cura di Maria Pia Mazzitelli, Erika Gitto e Lucrezia A. Misiano ha ripercorso le tappe dell'esperienza realizzata dall'Archivio Diocesano di Reggio Calabria – Bova, il cui fondo diplomatico, composto da 367 pergamene delle diocesi di Reggio Calabria (1537-1963) e di Bova (1495-1961) di varia natura, è stato digitalizzato e pubblicato sul portale Monasterium, nonchè inventariato, come altri fondi, secondo il progetto CEI-Ar (si veda a tal proposito l'articolo: http://www.ilmondodegliarchivi.org/index.php/attivita/item/115-un’esperienza-di-digitalizzazione-all’archivio-storico-diocesano-di-reggio-calabria-bova).

Nella relazione a cura di Valeria Verrastro e Doatella Gerardi (Archivio di Stato di Potenza), dopo un excursus storico con il quale si sono ripercorse le complesse vicende che hanno condotto l’Archivio al depauperamento di gran parte della documentazione medievale (caratteristica purtroppo generalmente diffusa negli archivi dell’Italia meridionale), si è descritta l'azione di tutela e valorizzazione delle pergamene ecclesiastiche, in larga parte recuperate mediante asportazione, in fase di restauro, dai protocolli notarili cui fungevano da copertina, o depositate da varie chiese parrocchiali.

Nel suo intervento Barbara Allegranti (Biblioteca della Scuola Normale Superiore) ha affrontato il tema della presenza, nella collezione libraria di Delio Cantimori - confluita nella Biblioteca della Scuola Normale - di alcuni registri della Pia Opera della Carità dei cappellani di S. Maria del Fiore ravvisandone con ogni probabilità l’acquisizione da parte dello studioso nell’ambito delle sue ricerche su Agostino Lapini, che in quanto cappellano di S. Maria del Fiore fu membro della Pia Opera.

 Il dibattito che ha concluso la mattinata, animato dall'intervento di alcuni tra gli archivisti diocesani presenti, si è concentrato sulle problematiche relative alla compatibilità dei progetti europei e in particolare di Monasterium con le iniziative promosse e poste in essere dalla CEI nell’ambito degli archivi diocesani.

Il primo pomeriggio è stato riservato alla visita dell'Archivio storico e della Biblioteca dell’Arcidiocesi, il primo situato a poca distanza dalla residenza arcivescovile (nella antica limonaia ubicata in prossimità del palazzo), la seconda all'interno dell'edificio. L'archivio conserva, oltre ai fondi naturalmente propri del vescovato (cancelleria, mensa vescovile, tribunale ecclesiastico) anche quelli del Capitolo del Duomo, nonché complessi documentari provenienti da varie parrocchie (soppresse o ancora esistenti) ivi concentrati, tutti adeguatamente muniti di strumenti di corredo. La biblioteca, in origine collezione libraria (di oltre 50.000 volumi) del Cardinale Pietro Maffi, di cui conserva anche l'archivio personale, dopo accurati interventi di risanamento degli ambienti e la necessaria sostituzione delle scaffalature lignee usurate - è stata aperta e resa accessibile al pubblico, nell’ambito dell’azione di promozione e valorizzazione dei beni culturali diocesani.

La sessione pomeridiana ha visto l’intervento di Herbert Wurster (Archiv des Bistums Passau – Bayern) che ha mostrato lo stato dell’arte del progetto Matricula, relativo ai registri delle chiese delle singole comunità religiose dell’Europa centrale. In conseguenza infatti della crescente domanda di accesso a tali fonti storiche, tra le più utilizzate ed esplorate, gli archivisti, a fronte delle notevoli sfide in termini di fornitura di dati, mediante l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione possono non solamente soddisfare in modo adeguato alle richieste dell’utenza, ma creare nuove prospettive per i ricercatori. Il portale Matricula, oltre a fornire un facile accesso ai documenti, apre nuove prospettive per la scienza genealogica, nonché per la collaborazione tra confessioni religiose diverse, offrendo numerosi servizi (ricerca, supporto di lettura, riproduzione).

I lavori della giornata si sono conclusi con la discussione in gruppi di interesse e un proficuo networking che i partecipanti hanno auspicato essere foriero di future fattive e fruttifere collaborazioni nazionali e internazionali.

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