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Interventi dell'ANAI sul decreto n.91/2013 “VALORE-CULTURA”
Mercoledì, 25 Settembre 2013

Interventi dell'ANAI sul decreto n.91/2013 “VALORE-CULTURA”

Consiglio Direttivo dell'ANAI
Sezione Primo piano

Pur avendo accolto con favore l’iniziativa del governo di proporre con procedura d’urgenza al Parlamento un primo provvedimento in materia di Beni Culturali, e pur prendendo atto delle dichiarazioni del Ministro secondo il quale seguiranno altri provvedimenti di più ampio respiro (anche in sede di legge di stabilità), l’ANAI ha rilevato che il testo non affronta le questioni fondamentali degli archivi e si è fatta carico del tentativo di ottenere almeno qualche emendamento migliorativo in sede di conversione in legge.

D’intesa con l’AIB, l’ANAI ha fatto pervenire alcune proposte al gruppo di lavoro misto delle Commissioni cultura del Senato e della Camera impegnate nella formulazione degli emendamenti.

Nell’art. 2, c.1 si è suggerito di non riservare gli interventi alla sola produzione di immagini digitali, ma di garantire la possibilità di impegnare parte delle risorse del programma per la “produzione di risorse digitali” quali risultato di riordinamenti, inventariazioni e catalogazioni.

All’art. 2, per evitare la discriminazione per età, vietata nei rapporti di lavoro dai trattati dell’Unione Europea, si è suggerito di abolire il limite dei 35 anni e, per tutelare chi si è faticosamente dotato di titoli di studio come il diploma di archivistica o di esperienze di lavoro specifiche, si è suggerito di inserire tali requisiti come criteri preferenziali nelle graduatorie, anche in considerazione del gran numero di archivisti diplomati che da anni lavorano come collaboratori esterni dell’Amministrazione archivistica. Si è constatato con soddisfazione che durante i lavori della Commissione cultura del Senato è stato accolto il diploma di archivistica tra i titoli preferenziali, mentre quanto al limite di età è stato obiettato che i fondi europei che il governo intende utilizzare sono legati proprio allo scopo di offrire una esperienza di formazione-lavoro a giovani neolaureati. Tuttavia di tale provenienza delle risorse non sembra esservi traccia nel decreto. Rimane comunque la preoccupazione relativa alla sorte dei 500 giovani tirocinanti (solo una piccola parte dei quali potranno essere archivisti) che dopo i 12 mesi di esperienza, muniti di “un attestato da far valere come titolo per successive selezioni”, entreranno in un mercato già incapace di dare lavoro a numerosi operatori ben altrimenti specializzati. Ci si domanda se si debba privilegiare una temporanea o comunque generica occupazione giovanile, ripetendo errori commessi anni fa con la legge n. 285/1977, o se non convenga creare veri posti di lavoro per il trattamento professionale di beni culturali unici al mondo.

Si è poi evidenziato che molti istituti del MIBACT sono in condizioni di tale carenza che difficilmente reggerebbero all’onere di svolgere davvero un progetto di effettiva formazione per la durata di 12 mesi. Si è quindi suggerito di limitare la fase di formazione ad un breve periodo commisurato alla natura dell’intervento da attuare.

Ulteriore osservazione riguarda la retribuzione individuale che sembra prospettarsi come veramente esigua, poiché – detratte le spese generali e di organizzazione - sarà sicuramente assai inferiore ai cinque mila euro lordi per i 12 mesi previsti.

L’ANAI ha poi suggerito di cogliere l’occasione della conversione in legge del decreto per assorbire in esso la proposta di legge Madia-Ghizzoni-Orfini che prevede di affidare gli interventi di ogni natura (non solo i restauri) sui beni culturali a persone munite di titoli professionali adeguati. Sembra tuttavia che il suggerimento non abbia potuto essere accolto perché la suddetta proposta segue un iter parlamentare suo proprio. 

L’ANAI si augura che i vari documenti fatti pervenire al Ministero e al Parlamento, e pubblicati sul sito dell’associazione, possano essere al più presto utilizzati per i molti interventi strutturali, organizzativi, normativi e finanziari che risultano ormai urgenti per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale italiano e per il riconoscimento delle connesse professionalità.

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