Stampa questa pagina
La lettera al Ministro Bray di un giovane archivista
Martedì, 03 Settembre 2013

La lettera al Ministro Bray di un giovane archivista

Domenico Gioffrè
Sezione Primo piano

Pubblichiamo la lettera del giovane archivista calabrese, Domenico Gioffrè, al Ministro Massimo Bray. Si segnala che l'Associazione Nazionale Archivistica Italiana condividendo i contenuti della lettera, ha provveduto ad inoltrarla al Ministro, al quale aveva già segnalato alcune delle problematiche contenute nel testo. In particolare si condivide il non senso nel fare bandi per concorsi o per incarichi temporanei in ambito archivistico senza richiedere il possesso di un titolo di studio specifico come il diploma delle Scuole di archivistica o analoghi titoli universitari. Inoltre, a proposito della legge 285, che ha consentito di inserire, senza un vero concorso, tanti disoccupati generici, l'augurio è che non si ripeta l'errore, confidando che si dotino di nuovo stabilmente gli istituti del personale scientifico che sta scomparendo come neve al sole per ragioni anagrafiche. Sarebbe saggio infine garantire l'affiancamento almeno temporaneo dei giovani ai "vecchi rottamandi", che qualche esperienza potrebbero trasmettere, anziché accelerare prima l'esodo e poi pian piano pensare a sostituire.

Il nostro giovane collega, che speriamo non debba essere costretto ad andare all'estero per lavorare, è giustamente severo con gli impiegati nullafacenti: dove e quando capita è certo mancanza di attenzione da parte dei direttori, ma anche i cittadini utenti possono farsi sentire, per esempio con i loro commenti sul Notiziario e sui social network. E' quanto la stessa redazione de Il Mondo degli Archivi  auspica.

La lettera di Domenico Gioffrè

Gentile Ministro Bray,
mi permetto di scriverLe speranzoso che la mia missiva Le venga recapitata. Sono un giovane calabrese laureato  in Storia, diplomato archivista, abilitato ad insegnare Storia e Filosofia, e disoccupato... Le scrivo come amante e appassionato dei beni culturali, motivo per il quale ho scelto di approfondire e intraprendere gli studi umanistici nel Paese che, a detta di tutti, detiene il 70 % dei beni culturali mondiali. Se così fosse noi umanisti dovremmo essere tra i privilegiati potendo lavorare in archivi, biblioteche, musei, parchi archeologici e dimore storiche...ma così non è. In particolare vorrei sottoporLe il grave stato in cui versano gli archivi e gli archivisti italiani. Il personale che lavora presso gli archivi di stato, regionali, provinciali e comunali è sempre più esiguo e da decenni ormai non viene indetto un concorso nazionale, ma la cosa che più rattrista è la poca considerazione che viene riservata agli archivisti che hanno conseguito tale titolo frequentando un corso biennale presso le 17 Scuole di archivistica, paleografia e diplomatica o corsi di lauree affini. Appare assurdo che laddove ogni tanto vi siano bandi o proposte di lavoro, non venga richiesto tale titolo: una grave mancanza sia perché non viene valutato il merito e sia perché si rischia di compromettere qualsiasi operazione di riordinamento archivistico se non si possiedono le competenze in materia. In molti bandi di enti pubblici e privati basta avere un qualsiasi diploma o una qualsiasi laurea anche in settori scientifici che nulla hanno a che vedere con la professione di archivista, per poter partecipare e vincere dei progetti di riordinamento. Mi permetta di aggiungere inoltre che da frequentatore di archivi, biblioteche e musei quale sono, mi indigna constatare la presenza di personale non qualificato che occupa dei posti grazie alla "maledetta" legge 285. Si assiste pertanto alla triste visione di impiegati nullafacenti, eternamente annoiati e soprattutto incapaci di leggere i documenti antichi, o riordinarli secondo la normativa vigente. Personalmente a 31 anni sto seriamente prospettando il mio futuro fuori dall'Italia: un sistema così chiuso e impenetrabile, che non permette ai suoi figli istruiti e formati, l'accesso alle carriere che dovrebbero essere il normale proseguimento del proprio "cursus honorum", designa la morte di intere generazioni. Un esodo verso il Nord Europa e oltre sempre più consistente!!!
Pertanto Le chiedo come intende tutelare e valorizzare la categoria degli archivisti, come porre fine all'assunzione e permanenza di individui che nulla hanno a che vedere e spartire con il mondo degli archivi e dell'archivistica? Riuscirà nel suo intento di indire nuovi concorsi e svecchiare l'apparato delle Soprintendenze, Biblioteche, Archivi e Musei? Personalmente sono stanco di prestare ancora le mie competenze per tirocini presso archivi o altri enti a mie spese visto che anche a nostro carico ricade l'assicurazione...oltre il danno la beffa.

Cordialmente

Devi effettuare il login per inviare commenti