Martedì, 30 Luglio 2013

Archivi e Scuola. Sviluppo di iniziative divulgative e didattiche in collaborazione MIBAC – MIUR

Marco Carassi
Sezione Primo piano

In occasione dell’incontro con il Ministro avvenuto lo scorso 24 giugno, l’ANAI è stata invitata ad approfondire, tra i vari punti affrontati, in particolare quello relativo allo sviluppo di iniziative in collaborazione tra Mibac e Miur per la conduzione di attività finalizzate a mettere in relazione il mondo degli archivi e gli istituti di formazione dei diversi ordini e gradi con l’obiettivo di:

· rendere evidente il contributo che la conoscenza e l’utilizzo del patrimonio archivistico può offrire alla didattica delle più diverse materie (comprese quelle scientifiche);

· favorire lo sviluppo di una consapevolezza critica nel cittadino, facendo percepire l’importanza degli archivi e la funzione che assolvono per la tutela di diritti di tutti, oltre che nella conservazione della memoria a fini di coesione sociale e di conoscenza storica.

Nel ringraziare per l’occasione offerta, di seguito si forniscono alcune indicazioni di possibili ambiti di attenzione e di intervento, confermando il forte interesse ad approfondire ogni aspetto anche nella disponibilità ad elaborare progetti specifici che possano vedere l’ANAI come soggetto attivo.

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Gli archivi che propongono iniziative rivolte al mondo della scuola, che hanno una forte attenzione ed esperienza nel campo della didattica della storia e della promozione di iniziative divulgative del valore e delle potenzialità di utilizzo dei loro patrimoni sono molti, rappresentativi delle più diverse tipologie di archivi: archivi di enti pubblici (ad es. i Comuni), archivi privati, archivi d’impresa (spesso collegati con iniziative museali), archivi scolastici, associativi, politici, religiosi … Tra gli istituti che si distinguono in questo scenario vi sono soggetti che fanno parte della struttura Mibac: gli Archivi di Stato e le Soprintendenze archivistiche.

Primo obiettivo, potrebbe essere quello di mettere a sistema e fare conoscere meglio quello che già ora si caratterizza come un’eccezionale raccolta di risorse didattiche:

· censire le iniziative, raccogliere le informazioni su quanto già si fa sul territorio (alcuni Enti Locali hanno centri di documentazione didattica di eccellenza) e metterle a disposizione con modalità di facile accesso e riuso;

· stimolare lo sviluppo di nuove iniziative, anche fornendo delle linee guida che tengano in particolare conto di:

- esigenze del mondo della scuola,

- potenzialità offerte dall’utilizzo di nuove tecnologie,

- prospettive suggerite dagli specialisti della tutela del patrimonio culturale;

· organizzare verso gli insegnanti una comunicazione mirata, efficace, aggiornata sulle iniziative esistenti e via via sviluppate ( newsletter da inviare a indirizzari mirati di docenti, giornate di presentazione dell’offerta didattica, incontri con i funzionari Mibac, occasioni di bilancio critico dei risultati conseguiti, ecc.);

· promuovere iniziative di formazione degli operatori dei beni culturali per accrescere le competenze nella creazione di percorsi didattici, e per ottenere un uso non banale delle nuove tecnologie;

· promuovere iniziative di aggiornamento degli insegnanti con cui fornire strumenti per conoscere e utilizzare con consapevolezza i patrimoni archivistici;

· studiare modalità per intrecciare didattica dei beni culturali e educazione alla cittadinanza.

Di grande utilità, in questa prospettiva, sarebbe la disponibilità condivisa di uno spazio web dedicato, che potrebbe essere il luogo in cui raccogliere e organizzare questo patrimonio di informazioni, sia – in prospettiva – caratterizzarsi come piattaforma di elaborazione e pubblicazione di percorsi didattici.

Attualmente il Centro per i servizi educativi del Museo e del Territorio (S’Ed) all’interno del sito internet del Mibac assolve in parte a questa funzione (coinvolgendo però i soli istituti facenti capo al Mibac stesso: soprintendenze, musei, archivi, biblioteche…). Rispetto alle potenzialità di un progetto di effettiva messa in relazione di patrimoni culturali e scuola, tale strumento di qualità risulta ampliabile.

Potrebbe infatti essere il punto da cui partire per sviluppare un progetto più organico e condiviso tra Mibac e Miur, finalizzato ad andare nelle direzioni sopra tracciate. A tal fine, l’ANAI sarebbe fortemente interessata a partecipare allo sviluppo di un progetto sia offrendo un contributo nella fase di ideazione, sia partecipando all’organizzazione di attività specifiche, sia essendo coinvolta nella gestione operativa.

Osservazioni su specifici aspetti organizzativi e giuridici di diretta competenza Mibac-Miur

1. Monitorare l’applicazione del buon “accordo quadro” Mibac-Miur in vigore dal 20 marzo 1998, che fornisce alle collaborazioni un quadro giuridico generale e autorizza accordi diretti tra singoli istituti Mibac e singole scuole. Letteralmente l’accordo riguarda solo le soprintendenze, ma di fatto si considera applicabile anche ad archivi e biblioteche.

2. Snellire gli adempimenti burocratici sia delle scuole (nello spirito della circ. MPI su visite e viaggi di istruzione 2 ott. 1996 n. 623) sia degli istituti Mibac favorendo la formalizzazione delle collaborazioni spontanee, per · disporre di un panorama quanto più completo delle iniziative,

· distribuire al meglio le risorse di sostegno,

· far conoscere le esperienze replicabili.

Chiarire se l’accordo quadro del 1998 è, come sembrerebbe, presupposto sufficiente per l’applicazione dell’art. 119, c.2 DLgs 42/2004 che autorizza – “sulla base degli accordi previsti dal c.1” – la stipulazione diretta di convenzioni tra istituti scolastici ed istituti Mibac.

Dopo l’istituzione delle Direzioni regionali Mibac la stipula di convenzioni è stata in linea generale sottratta a istituti e soprintendenze (con il rischio che il coordinamento si traduca in accentramento).

In caso contrario, occorrerebbe un accordo quadro a maglie larghe in ogni regione, cui i singoli accordi tra istituti possano facilmente rientrare senza complicazioni.

3. Verificare se i Servizi educativi istituiti in ogni struttura periferica Mibac dispongano delle risorse necessarie (art. 5 dell’accordo del 1998), istituire capitoli di spesa dedicati e portare i Servizi che esistono solo formalmente (per carenza di personale o di motivazioni adeguate) ad avvicinarsi al livello di quelli più attivi.

4. Verificare la disponibilità Miur a distaccare insegnanti presso i Servizi educativi degli istituti Mibac su progetti a tempo pieno o parziale, o in modo continuativo (art. 2, c.2 e art. 4 dell’accordo quadro MBCA – MPI del 1998).

5. Riconoscere le collaborazioni degli insegnanti con gli istituti Mibac come attività di aggiornamento.

6. Prevedere riconoscimento giuridico alle occasioni di formazione professionale degli insegnanti in tema di beni culturali. Pubblicizzare efficacemente tali iniziative (anche quelle non programmabili con largo anticipo come conferenze, visite guidate, piccole mostre) ed estenderle includendovi la presentazione di: istituti, laboratori di restauro, strumenti bibliografici, fonti archivistiche, materiali didattici.

7. Sviluppare una formazione adeguata dei funzionari Mibac impegnati nei servizi educativi e attivare meccanismi di riconoscimento di queste attività, per evitare che siano percepite dall’istituto di appartenenza come residuali. Nelle offerte didattiche comunicare con chiarezza anche i risvolti economici e logistici delle iniziative e includere l’obiettivo di raccontare l’avventura della tutela, con le sue difficoltà e le sue luci, in modo da poter appassionare interlocutori non specialisti e trasmettere il messaggio che prendersi cura dei beni è compito anche di tutti i cittadini. Si dovrebbe consentire agli studenti di trasformarsi in mediatori culturali e guide per i genitori e i cittadini, mettendo a frutto l’entusiasmo sviluppato nello scoprire idee e tesori insospettati.

8. Attivare meccanismi di incentivazione per gli insegnanti disponibili ad affrontare l’impegno di organizzare attività che comportino uscite culturali dalla scuola: facilità di ottenere l’autorizzazione, conteggio nell’orario di lavoro delle ore impiegate all’esterno o almeno previsione del loro recupero, disponibilità delle modeste risorse economiche necessarie per gli spostamenti ecc.

9. Valutare le esperienze realizzate negli ultimi anni negli istituti Mibac con stagisti universitari al fine di valutare vantaggi e criticità, per una migliore regolamentazione dell’attività.

10. Valutare i problemi organizzativi, economici, giuridici e culturali dell’utilizzo in attività didattiche del volontariato, di professionisti esterni (cooperative, ecc.) e del personale interno laureato addetto all’assistenza e vigilanza. Per gli esterni si pone il problema di sviluppare la qualità e la varietà dell’offerta perché non diventi piattamente indifferenziata; per il personale interno di assistenza si tratta di prevedere tempi da dedicare alla preparazione e poi modalità per valorizzare la specializzazione acquisita, in modo da utilizzarlo nella mera vigilanza solo in caso di necessità.

11. Varare la riforma delle Scuole di archivistica, paleografia e diplomatica, per le quali è stato elaborato presso la Direzione generale per gli Archivi un progetto che si è giovato anche di suggerimenti dell’Associazione nazionale degli archivisti. Le Scuole, istituite presso alcuni dei principali Archivi di Stato, sono uno strumento prezioso di cui dispone il Mibac sul territorio di quasi tutte le regioni non solo per la formazione del proprio personale, ma potenzialmente anche per fornire insegnamenti specialistici ai dipartimenti universitari. Una parte dei diplomati di tali Scuole svolgono poi funzioni di insegnante nelle scuole di ogni ordine e grado.

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