Domenica, 13 Gennaio 2013

La Romangia e il feudalesimo

Patrizia Mameli
Sezione Attività

Il 24 novembre 2012, la dott.ssa Monica  Grossi, accompagnata  dalla sottoscritta, si è recata presso il comune di Sorso, in provincia di Sassari, su invito dell'Amministrazione comunale, per partecipare  al convegno  durante il quale è stata presentata  la pubblicazione  di Giampaolo  Ortu "La Romangia  e il Feudalesimo", realizzata per la maggior parte sullo studio dei documenti  dell'archivio privato Amat di Sanfilippo. La manifestazione  si è tenuta presso il palazzo baronale.

Ha aperto i lavori il Sindaco, Giuseppe  Morghen, che ha rivolto i ringraziamenti di rito ai presenti  e a quanti hanno collaborato all'iniziativa; ha ricordato, quindi, l'impegno dell'Amministrazione nella valorizzazione dei Beni Culturali  del territorio della Romangia, enumerando le diverse iniziative realizzate  in passato, anche in collaborazione con la Soprintendenza  archivistica, e soffermandosi, in particolare, sull'ultima relativa al suggestivo Museo dei villaggi abbandonati, allestita al piano superiore del palazzo baronale. Il Sindaco ha, inoltre, comunicato I'intenzione  dell'Amministrazione di predispone con la Soprintendenza,  sempre nel palazzo e in accordo con la famiglia Amat, anche un percorso multimediale utilizzando una selezione di documenti dell'archivio familiare.

Ha preso, successivamente, la parola all'assessore alla Cultura del Comune, Simonetta Pietri, che, dopo aver ringraziato ancora i collaboratori, ha dato la parola all'assessore regionale  alla Pubblica Istruzione, Sergio Milia, e al consigliere  di Sorso, Antonello Peru, i quali hanno sottolineato il ruolo svolto dalla Regione Sardegna nell'investire consistenti risorse sulla conservazione dei beni culturali, anche collaborando con le Soprintendenze per cercare di mettere in opera quegli interventi diventati, oggi, di difficile realizzazione da parte dello Stato. La parola è passata al docente di storia medievale dell'Università di Sassari, Alessandro  Soddu, che ha tracciato un quadro della Romangia come appariva nel periodo precedente l'avvento del Feudalesimo, all'arrivo dei Catalano Aragonesi nel 1323.

Quindi il Soprintendente archivistico, Monica Grossi, ha espresso il plauso per una iniziativa tanto più rilevante in quanto crea l'occasione perché realtà fra di loro sconosciute si avvicinino. A questo proposito, nel descrivere al variegato auditorio, composto da molti non addetti ai lavori, le competenze della Soprintendenza archivistica, ha collegato il suo discorso con quello fatto dall'assessore Milia sulle risorse investite dalla Regione per la conservazione  dei beni culturali, auspicando  che l'Ente, interlocutore  prioritario della Soprintendenza, riservi la stessa attenzione anche al suo archivio storico, stipato nei "capientí magazzini della Regione"  evocati dalle parole dello stesso Milia. La dott.ssa Grossi ha poi rivolto la sua attenzione  al "principe degli archivi", l'archivio Amat di Sanfilippo, uno dei più ricchi archivi gentilizi sardi e protagonista della manifestazione, ripercorrendone  le vicende a partire dalla dichiarazione di interesse storico del 1978 fino alle diverse iniziative di valorizzazione realizzate, successivamente, in collaborazione tra Soprintendenza, Comune e famiglia Amat, proprietaria dell'archivio.

La dott.ssa Grossi ha, inoltre, colto l'occasione per sollecitare il sindaco affinché venga predisposto dall'Amministrazione un progetto che abbia l'obiettivo di riordinare l'archivio comunale, la cui situazione di disordine si protrae ormai da troppo da tempo, anche usufruendo dei finanziamenti messi ogni anno a disposizione  dalla RAS.

Per ultimi  sono intervenuti Vincenzo Amat, che ha ricordato il ruolo della Soprintendenza nella tutela e valorizzazione dell'archivio della sua famiglia, segno della sua importanza nel panorama feudale sardo, e, infine, brevemente, Giampaolo Ortu, autore del libro, che, dopo aver ricordato di essersi "innamorato" dell'archivio Amat in occasione  della mostra "Il principe degli archivi", ha raccontato di avere, da quel momento, incominciato a frequentare la casa dei proprietari per poter consultare i documenti che gli hanno  consentito la realizzazione dello studio sulla Romangia e i suoi baroni, sfociato nella pubblicazione del libro "La Romangia  e il Feudalesimo".

Tra un intervento e l'altro un attore ha letto alcuni brani tratti da documenti dell'archivio Amat.

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