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Condividere conoscenza e passione: Grand Prize a regesta
Venerdì, 10 Luglio 2015

Condividere conoscenza e passione: Grand Prize a regesta

Silvia Mazzini e Antonella Pagliarulo
Sezione Attività

Il magazine di Regesta, la società che ha vinto a Sydney  il Grand Prize nella challenge internazionale sui Linked Open data applicati alle biblioteche, agli archivi, ai musei – LODLAM Challenge 2015 – pubblica un appassionato resoconto di Silvia Mazzini sui giorni del summit e sulla candidatura di Open Memory Project, il progetto LOD sui dati della Shoah in Italia realizzato da regesta.exe per il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano risultato vincitore alla competizione. Ringraziamo il magazine per la possibilità di pubblicare su Il Mondo degli Archivi il contributo di Silvia Mazzini introdotto da una nota della redazione del magazine … 

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Quello che leggerete è un punto di vista diverso dal solito. Forse poco razionale, esprime però con freschezza la passione e l’entusiasmo che anima regesta alle prese, questa volta, con una gara internazionale. Silvia Mazzini è volata a Sydney, assieme a Laura Brazzo, della Fondazione CDEC, per parlare e difendere con i denti un progetto tutto italiano. Confrontandosi, non in Italia, ma con i gruppi di lavoro di tutto il mondo su temi d’avanguardia ha vinto, con regesta, il Gran Prize della LODLAM challenge 2015 come sapete. E questo è il suo racconto…

Non è facile raccogliere su carta in mondo ordinato, ora, tutto quello che è successo nell’ultima settimana. Servirebbero immagini, suoni, testi, disegni per trasmettere al meglio le sensazioni provate; sensazioni traversali, dove la paura si è mescolata all’entusiasmo e alla voglia di mettersi alla prova, l’angoscia di non esprimersi al meglio in un’altra lingua alla voglia di condividere quanto fatto con una comunità attenta ed entusiasta quanto te, e forse di più. I tratti di questa esperienza appena conclusa, che sto cercando di raccogliere qui, a 12000 metri di altezza, per paura che poi passino e lascino il posto al quotidiano, non sono nitidi, sono disegnati sulla sabbia.

Il progetto di Regesta e CDEC che siamo andati a presentare alla challenge LODLAM è stato premiato con il primo premio ed è per noi un riconoscimento importantissimo. Ma non c’è solo il premio.

Nei giorni del summit, e durante la conferenza Digital Humanities che è seguita, dove abbiamo presentato con un long paper tutto il progetto Open Memory, ci siamo sentiti perfettamente in sintonia con i temi affrontati e pienamente coscienti dell’ottima qualità del lavoro svolto finora.  Il riconoscimento ufficiale è certamente gratificante ma lo è altrettanto la stima che tutti i colleghi internazionali ci hanno accordato: siamo su una strada ottima, apprezzata e ha senso continuare.

Non c’è solo il premio. Il summit è stato un momento di condivisione e di confronto incredibile; già per come era “non strutturato”: nulla di pronto, nessun programma, 8 salette, tante sedie, proiettori, penne cartelloni, caffè. La mattina, alle 8, seguendo la metodologia dell’”open space technology” chiunque poteva proporre una session su un tema qualsiasi e inserirla – un semplice post it! – nel calendario quotidiano. Abbiamo partecipato ad una sessione con Europeana e con il Getty Institute sulla qualità dei lod prodotti, su come migliorare il processo di pubblicazione; ad un’altra con Jon Voss e con l’università di Rotterdam per capire le tecniche di finanziamento di progetti linked data (noi italiani qui arranchiamo); un’altra sessione su CIDOC crm; ad un’altra di Richard Wallis in cui si parlato dell’estensione per gli archivi di schema.org; come descrivere l’anagrafica di musei, archivi e biblioteche per migliorare gli esiti dei motori di ricerca è stato l’argomento trattato da un’altra session; e l’elenco potrebbe continuare. In 2 giorni 25 sessioni di lavoro parallele e autogestite, ma con un’unica regola: se trovi che ciò che stai ascoltando non ti interessa, cambia sessione, non perdere tempo!Un modo di fare conferenza assolutamente nuovo e purtroppo, lontano per noi… 

A Sydney dominava la voglia di sapere cosa facevano gli altri, come lo facevano, con quali strumenti e con quali risultati. Una crescita enorme per chi ha avuto la fortuna di poterci essere. Torniamo a casa con tante idee nuove, tante suggestioni, tanti contatti e tanta soddisfazione per la Gold Frog vinta da regesta. Finalmente.

 

 

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