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Nell’Archivio di Stato di Potenza il processo per il primo omicidio fascista
Venerdì, 26 Ottobre 2012

Nell’Archivio di Stato di Potenza il processo per il primo omicidio fascista

Valeria Verrastro
Sezione Attività

Talvolta può capitare che siano le richieste, spesso inaspettate, di qualche studioso mai prima conosciuto, a farci scoprire la presenza, nei nostri archivi, di documenti importanti di cui ignoravamo l’esistenza. 

Proprio così è accaduto quando, in seguito ad una precisa domanda del presidente della Fondazione “Giuseppe Di Vagno”, Gianvito Mastroleo, presso l’Archivio di Stato di Potenza sono stati “scoperti” gli atti del processo per il primo omicidio di marca fascista: quello del deputato socialista pugliese cui è intitolata la Fondazione, verificatosi a Mola di Bari il 25 settembre 1921. Perché gli atti del processo di un delitto compiuto in Puglia si trovano in un archivio lucano è presto detto: nel 1947, in seguito alla ripresa del giudizio all’indomani della liberazione, la Corte Suprema di Cassazione decise di trasferire il processo alla Corte d’Assise di Potenza. Si ritenne infatti che nel capoluogo potentino i giudici avrebbero potuto lavorare in un clima più sereno, lontano dalle tensioni dei partiti. I fascicoli processuali sono poi confluiti nell’Archivio di Stato lucano in seguito al versamento di parte dell’archivio storico della Corte di Assise di Potenza.

In verità, l’arrivo di tali fascicoli nell’Archivio di Stato di Potenza è da collegarsi ad un “mero errore archivistico”: quando nel febbraio del 2008 la Corte di Appello di Potenza predispose il versamento all’Archivio di Stato di una parte del proprio archivio storico, negli elenchi della documentazione da versare furono inclusi anche registri di sentenze e fascicoli della Corte di Assise di Potenza. In questo caso, per fortuna, l’errore – determinato dallo stato di disordine dei depositi degli uffici giudiziari potentini – ha avuto una conseguenza positiva, consentendo di far “ritrovare” gli atti del processo proprio quando la Fondazione Di Vagno aveva avviato nuove ricerche in vista dell’approssimarsi del Novantesimo anniversario dell’omicidio.

La “scoperta” degli atti processuali ha consentito di dare “sostanza” alle manifestazioni del 2011, fornendo “materiale” per nuovi studi sulla vicenda di un processo “senza giustizia”, quale fu il processo Di Vagno. Gli studi sono confluiti nel volume Il processo Di Vagno. Un delitto impunito dal fascismo alla democrazia (Roma, Camera dei Deputati, 2011), il quale contiene anche una ricca appendice documentaria curata dall’Archivio di Stato di Potenza. Il volume è stato presentato per la prima volta a Roma, il 14 luglio 2011, presso la Camera dei Deputati, nel corso delle manifestazioni per il Novantesimo, svoltesi sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. La giornata conclusiva di tali manifestazioni si è svolta il 20 dicembre 2011 presso l’Archivio di Stato di Potenza, dove è stata tra l’altro allestita la mostra documentaria Il Processo Di Vagno. Il primo “omicidio fascista” dinanzi alla Corte di Assise di Potenza (1947).

Il tormentato iter processuale ha lasciato i “suoi segni” nella documentazione archivistica, consistente in 17 corposi fascicoli. Fra i primissimi documenti dell’iniziale indagine istruttoria figura il processo verbale con il quale il 26 settembre 1921, nell’ospedale di Mola, fu raccolta dalle labbra del morente Di Vagno la denunzia a carico del suo aggressore. Il processo verbale fu redatto solo un’ora e mezza prima della morte del deputato: pur nella formale essenzialità del linguaggio, il documento lascia trasparire la forte tensione che dovette circondare il letto del morente. Diversi sono gli allegati processuali di un certo interesse, come il manifesto stampato per l’inaugurazione della bandiera della sezione socialista programmata a Mola il 25 settembre 1921, alla quale Giuseppe Di Vagno intervenne subito prima di essere colpito a morte. Si tratta di un manifesto essenziale, nel quale la comunicazione politica si risolve in pochissime battute: «Lavoratori, domenica 25 corr. alle 7 sarà fra noi l’on. Di Vagno per l’inaugurazione della bandiera di questa sezione socialista. Accorrete compatti. Il consiglio». La “Pianta della località”, redatta il 12 ottobre 1921, raffigura lo scenario dell’attentato, seguito dalla deflagrazione di una bomba. Ancora, nello “Stralcio della Pianta del Comune di Mola”, redatto il 9 novembre 1946, compaiono le indicazioni del luogo dove fu colpito l’on. Di Vagno e della casa dove fu ricoverato, nonché del luogo dove fu gettata la bomba.

Nei fascicoli sono documentate tutte le fasi del procedimento giudiziario, dalle istruttorie ai dibattimenti sino alle sentenze: quest’ultime si rivelano di grande efficacia per la ricostruzione degli eventi e dell’iter processuale. L’ultima sentenza del 22 marzo 1948 dichiarò di non potersi procedere contro i principali imputati in quanto il reato commesso era da considerarsi estinto per effetto dell’amnistia voluta dal ministro di Grazia e Giustizia Palmiro Togliatti. Di conseguenza, furono ordinate la scarcerazione dei detenuti e la revoca del mandato di cattura nei riguardi del principale imputato, Luigi Lorusso.

L’imponente mole di carte appare dunque quasi “fisicamente” delimitata fra la denuncia del morente Di Vagno e la sentenza della Corte Suprema di Cassazione, come a descrivere la triste parabola di uno dei tanti processi della storia italiana nei quali i responsabili di un atroce delitto rimasero di fatto impuniti. La pubblicazione del volume e la mostra documentaria di Potenza hanno consentito di mettere in luce l’importanza delle fonti giudiziarie le quali, insieme ad una molteplicità di fonti di diversa natura, possono contribuire ad una ricostruzione serena dei periodi più bui della storia nazionale. Consentendo, in definitiva, di rendere giustizia – seppure una giustizia tardiva e solo simbolica – alle tante vite spezzate di uomini e di donne strappati ai loro affetti e al loro impegno civile.

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DIDASCALIE GALLERIA IMMAGINI

Figg. 1.1 e 1.2

Mola, 26 settembre 1921. Processo verbale di querela o denuncia orale di Giuseppe Di Vagno. (Archivio di Stato di Potenza, Corte di Assise di Potenza, II versamento, Processi penali, Processo Di Vagno,  vol. I, c. 5)

Fig. 2

Mola, 24 settembre 1921. Manifesto per l’inaugurazione della bandiera della sezione socialista programmata a Mola il 25 settembre 1921. (Archivio di Stato di Potenza, Corte di Assise di Potenza, II versamento, Processi penali, Processo Di Vagno, vol. I bis, fra le cc. 342 e 343)

Fig. 3

Conversano, 9 novembre 1946. Particolare dello “Stralcio della Pianta del Comune di Mola”. (Archivio di Stato di Potenza, Corte di Assise di Potenza, II versamento, Processi penali, Processo Di Vagno, vol. XIV, c. 154)

Fig. 4

Archivio di Stato di Potenza, 20 dicembre 2011. Un momento della manifestazione di chiusura delle manifestazioni per il Novantesimo anniversario dell’assassinio del deputato Giuseppe Di Vagno. Da sinistra: Giuseppe Di Vagno junior, Gianvito Mastroleo, Valeria Verrastro

Fig. 5

Brochure dell’iniziativa 

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