Stampa questa pagina
Giovedì, 24 Ottobre 2013

Riscoprire la memoria. Le pergamene del convento del Ss. Rosario di Avigliano (1580 - XVIII secolo)

Donatella Gerardi - Valeria Verrastro
Sezione Attività

Sabato 28 settembre 2013 si è tenuto ad Avigliano, in provincia di Potenza, il convegno Riscoprire la memoria. Le pergamene del convento del Ss. Rosario di Avigliano (1580 – XVIII secolo). Per una di quelle felici casualità del destino con le quali spesso la storia si diverte a sorprenderci, l’incontro è stato ospitato proprio nel chiostro di quel convento domenicano del Ss. Rosario dal cui archivio le pergamene oggetto del convegno provengono. Tutt’intorno al chiostro, oggetto negli ultimi anni di un riuscito intervento di recupero e valorizzazione, si sviluppano gli antichi locali conventuali, oggi adibiti a sede degli uffici comunali. La manifestazione, organizzata di concerto fra l’Archivio di Stato di Potenza, la Soprintendenza archivistica per la Basilicata, l’Archivio storico dell’Arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsiconuovo e il Centro studi Politeia di Avigliano, ha arricchito la rosa degli eventi in calendario in Basilicata per le Giornate Europee del patrimonio 2013. Il convegno si è aperto con i saluti di Gerardo Coviello, presidente del Centro studi Politeia e di Vito Summa, sindaco di Avigliano; ha introdotto e coordinato i lavori Katia Mancusi, vicepresidente del Centro studi Politeia. Gli interventi sono stati a cura di Michele Durante (funzionario della Soprintendenza archivistica per la Basilicata), Valeria Verrastro (direttore dell’Archivio di Stato di Potenza), Donatella Gerardi (archivista libero-professionista) e Francesco Manfredi (studioso di storia urbana).

Il Leitmotiv dell’incontro – come preannunciato dal titolo piuttosto ambizioso, ma esemplificativo – è stato la riscoperta della memoria della comunità di Avigliano in età moderna attraverso la “riemersione” dall’oblio di documenti di cui da tempo si era perduta qualsiasi traccia e che rappresentano la parte residuale di un complesso pergamenaceo che certamente in origine doveva essere più consistente. Tale “riemersione” è stata resa possibile grazie ai lavori di riordino e regestazione del cospicuo fondo pergamenaceo depositato nel 1996 dall’Arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsiconuovo presso l’Archivio di Stato di Potenza. Sin dal primo momento, era già abbastanza chiaro che le 644 pergamene depositate non costituissero un unico complesso documentario, ma piuttosto l’insieme di nuclei archivistici provenienti da diversi enti ecclesiastici,  monastici e conventuali. Purtroppo, nel corso delle complesse vicende subite dall’importante raccolta di pergamene, degli originari raggruppamenti si era persa traccia, e tutte le membrane avevano finito con l’essere riunite insieme e sistemate in ordine cronologico. Il lavoro di ricostruzione dei distinti fondi, pertanto, è stato particolarmente laborioso e complesso. Esso ha richiesto, come prima cosa, l’attenta lettura dei documenti e l’esame minuzioso dei caratteri estrinseci e delle note tergali. Il risultato, dopo diversi anni di studio, è stato sorprendente: dalle 644 pergamene sono infatti emersi più di 10 nuclei archivistici, di molti dei quali non si sospettava l’esistenza: tra questi ultimi, appunto, le 28 pergamene del convento del Ss. Rosario di Avigliano.

Tale importante lavoro condotto sul fondo membranaceo dell’Arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsiconuovo va inquadrato nell’ambito dell’attività che da decenni l’Archivio di Stato di Potenza e la Soprintendenza archivistica per la Basilicata stanno conducendo per la tutela e la valorizzazione degli archivi ecclesiastici e privati della regione. In particolare, a partire dal 1985 presso l’Archivio di Stato di Potenza sono stati depositati diversi archivi parrocchiali e privati, oltre a numerosi fondi pergamenacei provenienti da archivi diocesani e parrocchiali di tutta la regione. Presso l’Istituto archivistico potentino questi importanti documenti sono stati riordinati, regestati e restaurati. Nell’opera di recupero e valorizzazione, un ruolo prezioso è stato svolto dal Laboratorio di legatoria e restauro, istituto nel 1995 all’interno dell’Archivio di Stato di Potenza. Attualmente, presso la Sezione di fotoriproduzione dello stesso Archivio, è in corso la digitalizzazione dei singoli fondi pergamenacei in vista della successiva pubblicazione sul web.

Il corpus oggetto di presentazione è composto al momento da 28 membrane; da un punto di vista prettamente diplomatistico, esso consta di documenti che afferiscono alla categoria degli atti privati, trattandosi di transazioni patrimoniali (atti di vendita, cessioni, donazioni etc.) in cui, in molti casi, il convento domenicano del Ss. Rosario è coinvolto in qualità di acquirente di beni immobili o come destinatario di donazioni. Ben undici documenti del fondo sono stati rogati dal notaio Francesco Grippo di Avigliano, personalità versatile e interessante, dai cui protocolli – oltre che dagli atti in predicato – emerge la passione per il disegno e il gusto per la decorazione.

Le pergamene rivestono un grande interesse non solo per la storia dell’Ordine domenicano nel Mezzogiorno d’Italia, ma anche per la storia sociale e urbana della comunità aviglianese: incrociando i dati rivenienti dalla storiografia con le informazioni tràdite dai documenti oggetto del convegno, emerge invero come la fondazione di un convento domenicano ad Avigliano, sullo scorcio del secolo XVI, sia stata fortemente voluta sia dalla universitas dei cittadini, sia dai signori feudali della terra di Avigliano. Si segnala a tal proposito la convenzione del 20 gennaio 1589 stipulata tra Zenobia Scaglione di Napoli, signora delle terre di Ruoti e tutrice dei figli del defunto marito Giovanni Battista Caracciolo, signore di Avigliano, e Ambrogio Scala di Potenza per la fondazione di un convento domenicano ad Avigliano. Pur non trattandosi dell'atto di fondazione vero e proprio, il documento è molto interessante innanzitutto perché testimonia il concorso dei signori feudali di Avigliano nella fondazione del convento. In esso, inoltre, è inserita la lettera con la quale il priore della provincia di S. Tommaso dell’Ordine dei predicatori aveva accettato l’offerta del sindaco e degli eletti di Avigliano di costruire in quella terra un convento domenicano e aveva affidato a frate Ambrogio di Potenza, del suo stesso ordine, la licenza di fondare detto convento nei pressi della chiesa di S. Antonio di Vienna. Allo stato attuale delle ricerche non è invece possibile affermare in maniera incontrovertibile la presenza di una famiglia conventuale domenicana ad Avigliano già durante il Medioevo: la notizia – suggerita da alcuni indizi documentari tardi e dalla storiografia – non ha trovato infatti adeguato riscontro nelle fonti coeve e merita un ulteriore approfondimento.

I primi anni di vita della famiglia conventuale dovettero essere piuttosto stentati, ma già in piena età Barocca si fanno evidenti i segni della crescita tam in spiritualibus quam in temporalibus: il numero dei frati aumenta progressivamente; si infittiscono i documenti che attestano una intensa attività nella sfera della gestione patrimoniale e, ultimo ma non ultimo, data al 1636 circa la richiesta rivolta dall’Università di Avigliano al vescovo di Potenza Hieronimus Magnesius affinché quegli dichiarasse festa di precetto in Avigliano il 4 agosto, giorno anniversario di san Domenico, in ragione del fatto che molti fedeli accorrevano in detta terra per devozione verso il convento domenicano. Quest’ultimo documento consente di ipotizzare che il convento fosse divenuto un punto di riferimento della religiosità anche nell’hinterland aviglianese, esercitando un buon grado di attrazione sul laicato. Dopo aver toccato l’acme dello sviluppo nel Settecento, il convento del Ss. Rosario venne soppresso in età napoleonica, con conseguente trasferimento dei frati a Venosa.

Dopo la soppressione del convento, la chiesa del Ss. Rosario pervenne in proprietà al Comune di Avigliano, che la permutò col fabbricato della chiesa della Ss. Annunziata, appartenente a una arciconfraternita omonima; da quel momento la chiesa del convento divenne sede dell’arciconfraternita e fu intitolata alla Ss. Annunziata, dedicazione con la quale è nota ancora oggi all’intera comunità.

Quelli che emergono dal piccolo fondo pergamenaceo, dunque, sono spunti di storia, particolarmente preziosi nel lungo cammino di ricostruzione e riscoperta della memoria.

Devi effettuare il login per inviare commenti